Jonathan Coe, La banda dei brocchi

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Avevo lasciato Jonathan Coe tanti anni fa dopo aver letto la famiglia Winshaw che non mi era piaciuto un gran che, l’ho ripreso con “la banda dei brocchi” e devo dire che mi è piaciuto moltissimo.
Ambientato a Birmingham alla fine degli anni ’70, periodo di lotte sindacali e profondi cambiamenti sociali, attentati dell’IRA e rivendicazioni dell’identità gallese, in sottofondo l’avvento della musica punk.
Non c’è un solo protagonista, ma un gruppo di ragazzi in gamba che frequentano un esclusivo liceo, pur non essendo di elevata estrazione sociale, perché, come si definisce il “King William”, è una meritocrazia, non un bastione del privilegio.
Le storie dei ragazzi, con le loro peculiarità, si intrecciamo con le vicende delle loro famiglie e c’è di tutto, amori, tradimenti, ideali, ingenuità, razzismo.
Il finale è magnifico, 35 pagine filate, quasi senza punteggiatura, le riflessioni di uno dei ragazzi, 35 pagine che mi hanno lasciato senza respiro.

Raffaella Giatti

La pioggia prima che cada, Jonathan Coe

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La pioggia prima che cada – Jonathan Coe

Ho la consapevolezza che sarà difficile, adesso, iniziare a leggere un nuovo libro. Perché capita sempre questo, dopo aver letto un libro stupendo. Io non so se lo è stato o lo sarà per tutti, ma lo è stato per me. Un concentrato di emozione. Dopo 20 righe ho capito che mi sarebbe piaciuto, lo capisci perché non vuoi chiuderlo mai, ti rode aver sonno oppure non averlo ma dover comunque dormire perché il giorno dopo la sveglia suona implacabilmente presto, e al lavoro ti vorrebbero pimpante, o comunque in grado di intendere, se non di volere.

La storia è semplice, direi, nella sua trama ed evoluzione. Una telefonata lo annuncia a Gill che sua zia Rosamond è morta nel suo amato e solitario cottage, nell’altrettanto amato Shropshire. E’ morta nella sua poltrona, accanto a lei un microfono, un registratore e quattro cassette piene della sua voce , con la raccomandazione di farle avere ad una certa Imogen. La misteriosa terza beneficiaria del testamento (oltre a Gill e suo fratello David) e’ però introvabile, quindi non resta che ascoltare le cassette… e Gill lo fa, insieme alle sue due figlie. Ed è insieme a queste tre donne che io mi sono sdraiato a terra, incantato, ad ascoltare la voce di Rosamond. La destinataria delle cassette, Imogen, è cieca dall’età di 3 anni. E Rosamond non si accontenta di raccontarle quello che racconta, vuole che Imogen VEDA il racconto stesso. E usa 20 fotografie, sceglie solo venti foto per coprire un racconto di una vita intera. E qui Coe è….fantastico…difficilmente ho letto una simile capacità… fa sentire, ad Imogen e a noi lettori, tutto…rumori, odori, sensazioni…luoghi…soprattutto le abitazioni, le stanze, gli oggetti…diventano cosa viva, si viaggia con la macchina del tempo, da una foto si arriva in una data precisa, a quel momento…
Ed è eccezionale la sua capacità di descrivere l’universo femminile in toto, con tutti i suoi sentimenti, che parli di una madre, di una nonna o di una bambina, fa lo stesso…questa è una storia tutta femminile…e l’amore….qui c’è una grande storia d’amore, descritta con eleganza, semplicità, grazia. Davanti a quella spiaggia, in quell’unico preciso istante, Coe mi ha colpito con parole bellissime, descrivendo il momento perfetto…e poi ci sono le conseguenze delle nostre scelte di vita. A volte quello che scegliamo non comporta conseguenze immediate. A volte le conseguenze dei nostri errori arrivano dopo anni, dopo tanti anni. Non è un romanzo denso di felicità. C’è tanta sofferenza, dolore, anche violenza. Soprattutto malinconia. Senso di inadeguatezza, spesso, se non sempre. È la vita che va così. Una serie di istantanee, di cui salvare solo qualcuna. Magari la felicità è tutta in quell’attimo sospeso, prima che la pioggia cada.

Carlo Mars