Il lato oscuro dell’anima – Joe R. Lansdale #JoeLansdale #recensione

Il lato oscuro dell’anima – Joe R. Lansdale

Traduttore: U. Rossi
Editore: Fanucci

La bravura di Lansdale in questo romanzo sta nel far percepire al lettore una costante sensazione di orrore, pagina dopo pagina, in ogni capitolo, anche in quelli dove la coppia protagonista vive una serena vita familiare c’è sempre un elemento, un particolare, un segno premonitore che qualcosa di orribile sta per accadere.
Non ti molla mai, non c’è un momento in cui non ti senti seriamente preoccupato di quello che sta per arrivare. Scorrono le pagine, tra stupri e omicidi ma la sensazione che non hai ancora visto il peggio resta costante, questo grazie anche all’inserimento di elementi sovrannaturali volontariamente lasciati dall’autore in un sospeso realtà /allucinazione. E’ un libro che mostra il male come parte inevitabile, in genere estrema della vita umana, motore della vendetta di cinque ragazzi che lo incarnano in maniera totale e irrimediabile e della rabbia, dell’istinto di sopravvivenza di chi, da esso, vuole solo difendersi per lasciarselo alle spalle.

Il lato migliore di questo romanzo, che detto francamente secondo me non è dei migliori di J. R. Lansdale, restano come sempre i dialoghi, essendo la trama piuttosto banale e priva quasi del tutto di colpi di scena, per chi è avvezzo al genere. Anche se bisogna dire con altrettanta franchezza che l’idea di base di Lansdale era di raccontare un fatto che fosse molto vicino alla realtà dei fatti criminosi contemporanei.
Lansdale è il maestro dei dialoghi, probabilmente il migliore della scena thriller/pulp/horror, altri hanno altre qualità, ma i dialoghi di J. R. L sono unici.
Non adatto a cuori cuorosi ne a pancine mammine, J. R. Lansdale picchia forte, uccide e stupra dall’inizio alla fine.

Crudele, volgare, sadico, cruento. Lansdale a volte è così, prendere o lasciare.

Daniele Bartolucci

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Letture 2016: la classifica #libri2016 #ClassificaLibri2016

cover_bb02(cover art Daniele Serra)

La capa ci ha ordinato di fare un post pubblico col libro più bello e quello più brutto del proprio anno di letture, con motivazione.
Vabbè io lo faccio tanto se mi sgrida ci ho fatto il callo e non la sento.
Top libro del 2016 dei miei 37/38 o 40 se ci arrivo durante le feste: L’anno dell’uragano di Joe Lansdale, perché è un bellissimo racconto lungo ambientato a Galvestone nel 1900, quell’anno un uragano distrusse completamente quella che all’epoca era la prima città USA insieme a New York destinandola inevitabilmente ad un futuro meno glorioso. È la storia di un incontro di box tra un poverissimo ragazzo di colore ed un suo opponent più ricco e famoso. È il migliore per me per una ragione semplicissima, ossia perché non sono riuscito ad alzarmi dal divano una volta aperto e questa è la ragione per cui uno legge o no? Per la passione che riescono ad evocarti alcune storie, non ci fossero libri di questo tipo probabilmente io non sarei un lettore.
Per quanto riguarda il peggiore sono indeciso tra Senza veli di Chuck Palahniuk e Sabato di Ian McEwan ma anche se McEwan non l’ho finito e Senza veli si, credo che peggiore sia proprio quest’ultimo. Sapevo che era uno dei peggiori di Chuck ma lo avevo già comprato ed ho sempre quella presunzione di poter cambiare le sorti di un libro leggendo in una certa maniera avendo la consapevolezza che lui comunque scrive meglio di me e quindi ho comunque da imparare.
Chiudo dicendo che anche se sono nel gruppo da più di un anno quest’anno è stato il primo in cui mi sono cimentato con la Challenge, speravo di arrivare a 50 ma un trasloco fatto da solo che mi ha portato via tutto il tempo libero di 2 mesi durante l’estate me lo ha impedito. L’anno prossimo supero la capa e divento io il capo e presidente del gruppo.
La capa ovviamente la cacciamo, così che oltre ad essere il gruppo dedicato ai libri più figo di Facebook diventa anche quello con più diritti. Al momento sono ridotti ai minimi ma tant’è.
Faccio gli auguri a tutti voi per qualunque cosa abbiate voglia di ricevere gli auguri.
Ciao.

Daniele Bartolucci