La capa ci ha ordinato di fare un post pubblico col libro più bello e quello più brutto del proprio anno di letture, con motivazione.
Vabbè io lo faccio tanto se mi sgrida ci ho fatto il callo e non la sento.
Top libro del 2016 dei miei 37/38 o 40 se ci arrivo durante le feste: L’anno dell’uragano di Joe Lansdale, perché è un bellissimo racconto lungo ambientato a Galvestone nel 1900, quell’anno un uragano distrusse completamente quella che all’epoca era la prima città USA insieme a New York destinandola inevitabilmente ad un futuro meno glorioso. È la storia di un incontro di box tra un poverissimo ragazzo di colore ed un suo opponent più ricco e famoso. È il migliore per me per una ragione semplicissima, ossia perché non sono riuscito ad alzarmi dal divano una volta aperto e questa è la ragione per cui uno legge o no? Per la passione che riescono ad evocarti alcune storie, non ci fossero libri di questo tipo probabilmente io non sarei un lettore.
Per quanto riguarda il peggiore sono indeciso tra Senza veli di Chuck Palahniuk e Sabato di Ian McEwan ma anche se McEwan non l’ho finito e Senza veli si, credo che peggiore sia proprio quest’ultimo. Sapevo che era uno dei peggiori di Chuck ma lo avevo già comprato ed ho sempre quella presunzione di poter cambiare le sorti di un libro leggendo in una certa maniera avendo la consapevolezza che lui comunque scrive meglio di me e quindi ho comunque da imparare.
Chiudo dicendo che anche se sono nel gruppo da più di un anno quest’anno è stato il primo in cui mi sono cimentato con la Challenge, speravo di arrivare a 50 ma un trasloco fatto da solo che mi ha portato via tutto il tempo libero di 2 mesi durante l’estate me lo ha impedito. L’anno prossimo supero la capa e divento io il capo e presidente del gruppo.
La capa ovviamente la cacciamo, così che oltre ad essere il gruppo dedicato ai libri più figo di Facebook diventa anche quello con più diritti. Al momento sono ridotti ai minimi ma tant’è.
Faccio gli auguri a tutti voi per qualunque cosa abbiate voglia di ricevere gli auguri.
Ciao.
Daniele Bartolucci