Il sentiero dei nidi di ragno – Italo Calvino #italocalvino

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Stasera vorrei presentare, a chi ancora non avesse avuto la gioia di conoscerlo, il bambino Pin. Dieci anni che sono come 100 ma tuttavia son sempre 10 piccini picciò. Pin abita durante la seconda guerra, a Genova, nella città vecchia, ha una sorella prostituta che a lui non bada, così costruisce il suo mondo tra i vicoli e l’osteria, sa sfottere e sa cantare, è coraggioso, spavaldo, intraprendente, impunito, indipendente e fragile. Vuole e non vuole crescere, vuole e non vuole diventare uomo, poi una notte ruba una pistola ad un tedesco e fugge verso le montagne. “‘Essere all’aperto gli dà un senso strano di piccolezza che non è paura. Ora Pin è solo, solo su tutto il mondo…”
E’ così che incontra il Cugino, partigiano diretto verso la sua sgangherata brigata, che trova sto bimborillo piangente e sperso nei boschi, gli offre da mangiare e se lo porta con sé. Piccoletto cerca un amico a cui poter mostrare il suo luogo segreto e magico, il posto dove fanno il nido i ragni, lo troverà?
“L’uomo lo ha preso per mano: è una mano grandissima, calda e soffice, sembra fatta di pane.”

Il sentiero dei nidi di ragno – Italo Calvino

p.s. Italo io ti amo, mi pare di avertelo già detto ma repetita semper…

Stefania Lazzìa

(anche questa splendida qui sotto è di Lui medesimo)

Italo Calvino – Marcovaldo #ItaloCalvino

Marcovaldo

I rumori della città che le notti d’estate entrano dalle finestre aperte nelle stanze di chi non può dormire per il caldo, i rumori veri della città notturna, si fanno udire quando a una cert’ora l’anonimo frastuono dei motori dirada e tace, e dal silenzio vengon fuori discreti, nitidi, graduati secondo la distanza, un passo di nottambulo, il fruscio della bici d’una guardia notturna, uno smorzato lontano schiamazzo, ed un russare dai piani di sopra, il gemito d’un malato, un vecchio pendolo che continua ogni ora a battere le ore. Finchè comincia all’alba l’orchestra delle sveglie nelle case operaie, e sulle rotaie passa una tram.

Italo Calvino – Marcovaldo

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Raccolta di racconti surreali il cui protagonista, Marcovaldo, è un operaio con moglie e quattro (mi pare) figli che fa di tutto per tirare avanti la carretta non senza cinismo e disillusione nei confronti di un mondo industrializzato che non ti regala nulla.
Si ride ma spesso sono risate amare.

massimo arena

Descrizione

Marcovaldo ovvero Le stagioni in città è una raccolta di venti novelle di Italo Calvino, alcune delle quali già uscite ad episodi sulle pagine de “L’Unità”, organo editoriale del Pci, all’epoca in cui ancora Calvino ne era un militante. La prima edizione fu pubblicata nel novembre del 1963 in una collana di libri per ragazzi dell’editore Einaudi.

Il sottotitolo Le stagioni in città si rifà alla struttura dei racconti, associati ognuno ad una delle quattro stagioni dell’anno. Protagonista di tutti i racconti è Marcovaldo, un manovale con problemi economici, ingenuo, sensibile, inventivo, interessato al suo ambiente e un po’ buffo e malinconico.

“Aveva questo Marcovaldo un occhio poco adatto alla vita di città: cartelli, semafori, vetrine, insegne luminose, manifesti, per studiati che fossero a colpire l’attenzione, mai fermavano il suo sguardo che pareva scorrere sulle sabbie del deserto.”