Diego De Silva – Terapia di coppia per amanti

“C’è un momento, diciamo intorno al primo anniversario di una relazione clandestina, in cui pieghi la testa di lato, stringi gli occhi come cercassi qualcosa di minuscolo che si muove nell’aria, e vedi in filigrana il casino in cui ti trovi. Questo è amore, ti dici senza mezzi termini, altro che chiacchiere”.

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Sarà per come riesce a mettere su carta quel colloquiare con se stessi che delle volte produce letterature straordinarie. Sarà perché i suoi personaggi, soprattutto nei suoi romanzi di questo tipo, non millantano una sostanza giusto per catturare la tua attenzione, ma sono. Sarà perché gli voglio bene e gli devo un sacco di risate, di attenzioni salvate dal niente, di attimi di pace presa a prestito (nonché qualche pesantissima lacrima, tocca dirlo). Sarà quel che sarà, ma io mi sento di dirvi che se avete voglia di fare due chiacchiere come si deve con qualcuno, ma non avete proprio voglia di imbacuccarvi e uscire; se ficcare il naso nei fattacci degli altri non è la vostra occupazione preferita, ma sapete bene che delle volte specchiarsi non fa per niente male; se vi garba alienarvi dal caos bevendo alla salute del caos, fate un giro in questo brindisi all’autenticità, quella nuda e cruda dei comandamenti disarticolati dai sentimenti, delle regole mandate in guerra contro il desiderio, del buon senso pagato a rate e restituito senza sconti all’alveo delle promesse migliori.
Modesto e Viviana sono così veri che ti pare di averli avuti a cena la sera prima. Poi ognuno saprà misurarsi con i vezzi, i difetti, le sfumature di entrambi scegliendo per se stesso il posto che preferisce nel guscio della loro storia. Di Vittorio (il terapista) non dico nulla. Ai posteri l’ardua sentenza 😉
[E poi questa cosa della musica che circola sempre fra le pagine è una cosa che adoro. Punto. Punto e virgola. Ciao.]

DESCRIZIONE

Terapia di coppia per amanti è un romanzo a due voci, maschile e femminile, che si alternano a raccontare la loro storia mentre la vivono, perché «ci sono fasi dell’amore in cui la realtà diventa un punto di vista, generalmente quello di chi lo impone». Due adulti sposati (non tra loro) che si ritrovano uniti da una passione incontrollabile e da un amore coriaceo, particolarmente resistente alle intemperie. Viviana è sexy, vitale e intrigante, e ha un notevole talento per i discorsi intorcinati. È combattuta fra restare amante e alleviare così le infelicità matrimoniali o sfasciarsi la vita per investire in un’altra. Modesto è meno chic, decisamente più sboccato e sbrigativo nella formulazione dei concetti, ma abilissimo nell’autoassoluzione. Spara battute a sproposito per svicolare, e fa pure ridere. Moderatamente vigliacco, aspirerebbe alla prosecuzione a tempo indeterminato della doppia vita piuttosto che a un secondo matrimonio, visto che già il suo non è che gli piaccia granché. È nella crucialità del dilemma che Viviana trascina Modesto dall’analista, cercando una possibilità di salvezza per il loro rapporto ormai esasperato da conflitti e lacerazioni continue. Il dottore è spiazzato nel trovarsi di fronte una coppia non ufficiale, libera da vincoli matrimoniali e familiari, che non ha nulla da perdere al di là del proprio amore. Accetterà l’incarico per questa ragione, trovandosi nel mezzo di una schermaglia drammatica e ridicola insieme, e rischiando di perdere la lucidità professionale. Tenero e cinico, divagante, vero, capace di usare la leggerezza come arma contundente, Terapia di coppia per amanti è un’immersione nelle complicazioni dei sentimenti, nei conflitti che apriamo continuamente per la paura (che tutti conosciamo per averla provata almeno una volta) di affidarci all’amore e dargli mandato a cambiarci la vita.

Tre terzi – Diego De Silva / Valeria Parrella / Antonio Pascale @Einaudieditore

Diego De Silva – Casa chiusa

Valeria Parrella – L’incognita “Mah”

Antonio Pascale – La soluzione

Tre atti unici su chi non è in scena. Tre pièces sull’identità di un terzo assente che viene svelato solo alla fine. Tre scrittori di sicuro talento.

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Un chicchino vero.
Napoli, tre voci napoletane, tre stili narrativi impeccabili che si incontrano e disegnano una geografia di fughe e altrove che avvince e nutre.
Andato in scena al teatro Mercadante di Napoli per la regia di Giuseppe Bertolucci e Luisa Grosso ed interpretato da Marina Confalone (sic! c’era da esserci orcodiavolo), è davvero un “gioco” di talento letterario che solletica la riflessione, teatro di luoghi in cui la vita si racconta tenuta in braccio dagli assenti, tenendoli in braccio. Un terzo amico, una moglie passata a miglior vita, le ombre di una famiglia ricca da poco: la scena li interpreta senza che compaiano e ciò che ne risulta è l’odore dei quartieri, la cultura degli anfratti, l’esilarante miseria degli errori.
Costa poco tempo e un po’ di voglia di volarsene via anche restando in poltrona. Magari con un buon bicchiere di Aglianico a dire anche lui la sua
.

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DESCRIZIONE

Casa chiusa di Diego De Silva si sviluppa tutta all’interno di una camera da letto in cui un uomo e una donna discutono tra loro di una terza persona amata da entrambi.
L’incognita «Mah» di Valeria Parrella mostra una cartomante trans-televisiva dalla vena tipicamente comica in un dialogo surreale con la moglie di un cliente passata a miglior vita.
La soluzione di Antonio Pascale è ambientata in una Napolinobiliare dove un padre dilapida il patrimonio di famiglia e una figlia viene confinata in un limbo perché non abbia nulla da pretendere.
Tre pièces dove Napoli, la sua lingua, il suo microclima esistenziale, la sua morfologia antropologica, costituiscono il tema e nello stesso tempo il perimetro delle fughe nell’immaginario, degli altrove narrativi e drammaturgici in cui si muovono i diversi protagonisti.

Tre terzi è andato in scena al Teatro Mercadante di Napoli, diretto da GiuseppeBertolucci e Luisa Grosso e interpretato da Marina Confalone.