Jane Eyre – Charlotte Brontë #JaneEyre #CharlotteBronte

• anno 1847

Meraviglioso romanzo, come sono un po’ tutti i romanzi degli autori di questo periodo, fra cui i miei tanto amati Jane Austen, Charles Dickens, Emily Brontë e Thomas Hardy, al punto da poter ritenere davvero florida la produzione letteraria inglese dell’Ottocento. Jane Eyre è un romanzo unico per la ricchezza dei temi e della loro complessità, per la sua sorprendente scioltezza narrativa. La protagonista, Jane Eyre, ha una insolita capacità di analisi della vita, nonostante le ingiustizie patite e i tormenti dovuti alle vicissitudini da adulta, frutto di una acuta intelligenza, di una buona cultura e di un carattere passionale che le permettono di cogliere la propria vita interiore e quella degli altri personaggi, descritti, al pari della natura circostante, le desolate brughiere spesso battute da tempeste e venti impetuosi che ad ella piacciono tanto e nel quale spesso trova conforto, dettagliatamente nei loro pregi e difetti fisici ma soprattutto morali. Il romanzo risulta pertanto molto attuale grazie agli aspetti descrittivi che sono vivaci e realistici ma non pedanti e la psicologia dei personaggi colta con finezza. Ma soprattutto c’è lei, Jane Eyre, la protagonista del romanzo a renderlo estremamente godibile ancor oggi; difatti ella è dotata certo di una spiccata integrità morale come richiesto alle donne dell’epoca ma anche di grande indipendenza e forza interiore che le permettono scelte coraggiose. Un personaggio completo e godibile tanto da riuscire ad immaginare Jane Eyre che cammina nel Parco Nazionale del Vesuvio, non particolarmente bella ma decisa e risoluta, dagli occhi curiosi e desiderosi di vita, sconquassata dalle sue passioni ma capace di sorridere ad un tramonto, di ammirare la natura e di prepararsi ad affrontare decisioni difficili, senza mai arrendersi.

Barbara Gatti

Shirley – Charlotte Bronte #Shirley #CharlotteBronte

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«Leggiamo Charlotte Brontë non per la squisita osservazione del personaggio, non per la commedia, non per una visione filosofica della vita, ma per la poesia. Probabilmente accade con tutti gli scrittori che, come lei, hanno una personalità travolgente… loro devono solo aprire la porta per farsi sentire. In loro c’è una ferocia indomita perennemente in guerra con l’ordine accettato delle cose».
Virginia Woolf

Gli uomini si illudono che il cervello delle donne sia un po’ come quello dei bambini. E qui sta l’errore, se gli uomini potessero vederci come realmente siamo sarebbero alquanto sorpresi.

Shirley rientra nella categoria “romanzo sociale”. Tipologia volta a descrivere con fatti e accadimenti (guerre, crisi economica) la situazione del periodo preso in considerazione.
Qui siamo all’inizio dell’800, il romanzo è ambientato durante il periodo del Luddismo e delle guerre napoleoniche (1811 – 1812), quando gli scioperi infuriavano nel distretto dello Yorkshire. La Brontë cerca di amalgamare le questioni sociali e storiche con quelle sentimentali delle sue protagoniste.
Purtroppo almeno metà del libro è di una pesantezza mortale, l’autrice solleva tante questioni fatti personaggi che alla fine non sviluppa un gran che di quello che poteva essere il centro della tematica del libro.
La Bronte affronta così tanti temi, guerra contro la Francia, lotta fra classi sociali, condizione femminile, riforma della Chiesa che però in molti punti vengono solo accennati e presto accantonati.
La narrazione migliora quando entra in scena la protagonista (a metà libro), una ragazza ribelle orgogliosa sicura di sé, sempre con la battuta pronta. La seconda parte del libro è sicuramente migliore. Ci sono molte figure femminili ben descritte. E figure maschili non sempre all’altezza. Ciò che colpisce maggiormente è il femminismo presente nel romanzo. La Brontë esprime il suo pensiero, con gran bellezza e profondità in certi passaggi, e mostra il suo carattere: la convinzione che le donne potrebbero essere ben qualificate come gli uomini per praticare una professione e il suo disprezzo per il mercato del matrimonio.
Nel complesso un po’ delusa, avevo aspettative più alte.

Raffaella G.

DESCRIZIONE

Yorkshire, inizio Ottocento. Shirley, giovane donna ricca e caparbia, si trasferisce nel villaggio in cui ha ereditato un vasto terreno, una casa e la comproprietà di una fabbrica. Presto fa amicizia con Caroline, orfana e nullatenente, praticamente il suo opposto. Caroline è innamorata di Robert Moore, imprenditore sommerso dai debiti, spietato con i dipendenti e determinato a ristabilire l’onore e la ricchezza della sua famiglia, minati da anni di cattiva gestione. Pur invaghito a sua volta della dolce Caroline, Robert è conscio di non poterla prendere in moglie: la ragazza è povera, e lui non può permettersi di sposarsi solo per amore. Così, mentre da una parte Caroline cerca di reprimere i suoi sentimenti per Robert – convinta che non sarà mai ricambiata –, dall’altra Shirley e il suo terreno allettano tutti gli scapoli della zona. Ma l’ereditiera prova attrazione per un insospettabile…
Shirley si inserisce nel grande filone del romanzo sociale inglese di inizio Ottocento: i suoi personaggi vivono gli avvenimenti storici dell’epoca – le guerre napoleoniche e le lotte luddiste –, facendo i conti con le contraddizioni del progresso industriale e offrendo spunti di riflessione sul lavoro, sul matrimonio e sulla condizione della donna.