La maestra dei colori – Aimee Bender @minimumfax #aimeebender

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Pochi orpelli, scrittura essenziale, racconti in serie, un quasi romanzo. Alcuni racconti hanno il dono di lasciarti a bocca aperta, altri hai solo voglia di sfogliarli più in fretta leggendo le parole a due a due per fare prima.
Nel complesso la Bender ci sa fare, ha qualcosa a che fare con il Murakami dei primi romanzi: la consiglio.

Stefano L.

DESCRIZIONE

La scrittura di Aimee Bender non è mai stata roba per ragazzine pazzerelle e sognatrici. Le sue fiabe hanno un che di oscuro e perverso, non sono leziosaggini finto-demodé da hipster. La sua magia evita la zuccherosità, e i brividi che offre questa raccolta, fra sensualità e orrore, sono del tutto adulti. In un’epoca in cui il realismo regna sovrano nel panorama letterario, è assolutamente necessario riconoscere Aimee Bender per ciò che è: una vitale fuoriclasse della letteratura moderna, punto e basta.
Los Angeles Times
segnalato fra i «NotableBooks of the Year» dal New York Times

La scrittura di Aimee Bender è da sempre un inconfondibile mix di realismo e fantasia; in questa nuova raccolta di racconti la sua voce, carica di sensualità e magia, continua a ridisegnare il mondo in maniera originale, senza concessioni al sentimentalismo e ai cliché della narrativa «femminile». Alcune storie sono ambientate al giorno d’oggi, fra teenager al centro commerciale o studentesse in un campus universitario; in altre fa capolino l’elemento surreale (un ragazzino che soffre di «analfabetismo facciale», cioè non riesce a distinguere il viso delle persone e la loro espressione; un vecchietto inoffensivo che è convinto di essere un criminale nazista); altre ancora sono incantevoli esempi di «realismo magico» (una sarta viene rapita e condotta in un paese dell’Asia dove dovrà rammendare le tigri a cui si stanno strappando via le strisce) o rivisitazioni di fiabe classiche. Fin dal 1999 il New Yorker aveva segnalato Aimee Bender come uno dei «venti scrittori per il 21° secolo»; La maestra dei colori, accolta da elogi unanimi da parte della critica statunitense e inserita dal New York Times nella lista dei libri più importanti dell’anno, non fa che riconfermarne il talento.

Aimee Bender, Creature ostinate

aimee

 

bah… forse leggere un altro libro di racconti dopo aver letto Carver non è stata una idea felice.
Caduto nella rete della offerta lampo e tradito da recensioni che dicevano “unisce la sensibilità visionaria alla Tim Burton a uno stile cristallino degno di Raymond Carver” , ci sono cascato.

Anche se l’accostamento Burton-Carver è molto, come dire, ossimorico e doveva farmi pensare.
Non mi è piaciuto, forse uno due racconti si salvano, ma il resto è poca cosa.
Pero’ lo ammetto io non riesco a farmi piacere un certo registro narrativo, forse con certe forme di … surrealismo non sono esattamente nelle mie corde.
Forse a qualcuno piace… ma poi me lo spiega?

Francesco M. Landolfi