Un bassotto filosofo e canterino, uno studente di filosofia sottile e altissimo, con la testa tra le nuvole, una giovane immigrata clandestina, un importatore abusivo di animali esotici, un levriero afghano femmina che sembra la regina dei cani e una pappagallina verde curiosa e altruista, questi i personaggi con cui Melania G. Mazzucco ha costruito una favola moderna per grandi e bambini. Lo stile è lieve e invitante, intessuto di perle di garbata e sorridente ironia; la storia è interessante e radicata nell’attualità, anche se la narrazione della pappagallina le dà ali leggere per distanziarsi quel tanto che basta dalle miserie umane, e i protagonisti sono tratteggiati con precisione anche se nel breve spazio di cento pagine.
La morale è necessaria e benvenuta, e la storia non la racconto perché si indovina dal tratteggio dei personaggi, e poi è un tale piacere correre quelle cento righe, magari coi piedi a bagno nell’acqua di un rivo, o di un lago, o del mare per rilassarsi completamente, che non voglio toglierlo a nessuno.
Adesso devo solo convincermi che non ho sbagliato niente quando ho deciso che un appartamento al quarto piano non è una condizione di vita accettabile per un cagnolino.
maria silvia riccio
