Sergio Sozi su Italo Calvino

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Per i molti “fedeli” di Italo Calvino presenti in questo gruppo riporto una riflessione di Sergio Sozi (scrittore, critico letterario, giornalista culturale, traduttore al Periodico Inchiostro, Giornale dell’Umbria):
“Nel 2015 sono trenta anni dalla scomparsa di Italo Calvino: importa a qualcuno? Mille (giuste) ricorrenze al Salone di Torino 2015, ma non questa. Perché? Perché… “è un mondo difficile” come cantava quello là. Perché al Salone di Torino la preoccupazione principale è quella di distinguersi dall’abbraccio mortifero dell’Expo di Milano (almeno così sembra leggendo le dichiarazioni del patron). Perché questo è un paese di gente che sogna di scrivere (e chissà se legge e cosa). Perché la buona, sana, grande scrittura (come quella di Calvino) è come l’ombra della quercia secolare: il sottobosco vegeta come può…. un grande scrittore in un Paese è un patrimonio da tener vivo, non un prodotto usa e getta”.

L. Dainese

5 pensieri su “Sergio Sozi su Italo Calvino

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