il terzo volume con le avventure del commissario – vicequestore, si dice vicequestore! – schiavone conferma che dalla penna di manzini è uscito proprio un bel personaggio.
le clarks, il rito laico di una canna per schiarirsi le idee, la benevola insofferenza per una città ordinata e rispettosa delle regole come aosta, la battuta sempre pronta e un atteggiamento cazzaro tratteggiano un protagonista con cui è difficile non entrare in sintonia.
se come giallo l’episodio centrale della serie (“la costola di adamo”) rimane superiore, qui c’è un discreto colpo di scena finale che apre la strada sia ad un probabilissimo seguito, forse in un’altra sede lavorativa, che ad una prossima chiarezza sul passato comunque non limpidissimo del nostro ispettore.
fra tanti noir scritti con lo stampino e il pilota automatico inserito, questa trilogia ha il merito di portare un po’ di aria fresca. al lettore il compito di capire se pura come quella del capoluogo valdostano.
Andrea Sartorati
