Tutte le mie preghiere guardano verso ovest, Paolo Cognetti

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Tutte le mie preghiere guardano verso ovest – Paolo Cognetti
(che è poi colui di Sofia si veste sempre di nero)

forse non si è capito, ma ho trovato deliziosi questi librini qua.
mi mancherebbe solo Berlino, ma con tale città ho un rapporto complesso di amore/odio e al momento non me la sento di avventurarmi per districare questi gomitoli di lane intrecciate e mi fermo.
vi lascio con New York e mi pare un bel lasciare.

“…Il punto non è il paesaggio che hai intorno, ma il modo in cui ci vivi dentro. Le parti di mondo che osservi più spesso sono quelle in cui riesci a rifletterti, le cose che ti colpiscono sono scoperte di te. Probabilmente amo New York per questo: perchè tra le infinite città che contiene, ce n’è anche una che mi assomiglia come se l’avessi inventata io. Io preferisco la mattina presto alla sera tardi. Preferisco i margini di Brooklyn a tutti i possibili centri di Manhattan. Preferisco i marciapiedi deserti alle strade gremite, le vecchie fabbriche in mattoni rossi ai grattacieli. Non è New York a essere così sono io. Il marciapiede deserto sono io. La fabbrica in mattoni rossi sono io.”

(Signore, come hai potuto
allontanarti tanto da me?
non è buffo incontrarci dopo
una vita intera?
Ora strappami via queste carni
alla terra rendile
sbriciola le mie ossa
e nel mare spargile

E fa che dal mio corpo germogli
una fede nuovissima e stupefacente
e nell’ora del giudizio
il mio io ritrovi il suo dio).

Lazzìa

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