Susan Vreeland, La lista di Lisette

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La lista di Lisette – Susan Vreeland

1937. Andrè e Lisette, giovani sposi parigini, ricevono una lettera da Pascal, il nonno di lui, che si descrive malato e in punto di morte, e li spinge a correre a Roussilon, in Provenza. Andrè non può esimersi, il nonno è colui che gli ha fatto da padre, e Lisette nemmeno, a cascata, a causa dell’amore che prova per il marito. Entrambi rinunciano a Parigi, alle loro carriere ed ambizioni personali, specialmente Lisette, fermamente intenzionata a lavorare in una prestigiosa Galleria d’Arte. E’ lei, quella perplessa, triste e anche addolorata, per questa forzata partenza senza avvenire certo. Ancor peggio quando, all’arrivo, scopre che il nonnetto non è così malato come ha fatto credere…ma i sette dipinti famosi che l’ex cavatore d’ocra custodisce nella sua casa sono gioielli che abbagliano mente, occhi e cuore di Lisette, che si sente come privilegiata, come lavorasse davvero in una Galleria, ma con in più l’incomparabile privilegio di poter ascoltare dalla viva voce di Pascal la storia di quei dipinti, la storia dei loro autori, Cezanne, Pissarro, che Pascal ha conosciuto sul serio e ha fattivamente contribuito alla realizzazione dei loro quadri, grazie al suo lavoro. E’ dalle cave d’ocra di Roussillon, che provengono quei magici colori, ed è per questo che Pascal è così legato a loro e ai loro autori. Per ripagarlo dei suoi lavori, i pittori gli donano quei quadri. E lui vuole tramandare il suo segreto e il suo amore a suo nipote e a sua moglie. Comincia così questo rapporto tra lui che narra e Lisette che beve ed assapora i racconti, e comincia a capire tecniche e sentimento di quei quadri. In parallelo cresce il suo amore per i paesaggi della Provenza, le due cose vanno di pari passo. Infatti la Vreeland si sofferma molto sulla descrizione della natura dei luoghi, non solo sulla parte artistica del romanzo. E’ molto affascinante, lo scopo è portare il lettore a “vedere” sia i dipinti, i colori e tutto quello che c’era dietro e prima di essi, sia il paesaggio francese, il contrasto tra l’affascinante ed incomoarabile Parigi e il minuscolo paesello di provincia, che usa le armi che ha, per combattere il paragone, la natura, i colori, la pace, l’amicizia tra gli abitanti, Roussillon, “dai colori giallo ocra, corallo, rosa e salmone, appollaiato in cima a una montagna e contornato da un fitto bosco di pini”. Ma lo sfondo storico non consente di godere in pace di tutto questo, c’è la seconda guerra mondiale, ci sono i nazisti, che requisiscono le opere d’arte, e molte ne distruggono. E quindi toccherà ad André e Lisette trovare il modo affinché questo non avvenga…ho amato molto di più la parte artistica del romanzo, so cosa vuol dire trovarsi di fronte ai dipinti impressionisti e le descrizioni delle tecniche e dei sentimenti provati da qualcuno che li osserva sono state una gran bella cosa, per me. Il romanzo forse è troppo lungo, 430 pagine, che non sono poche. Ma c’è anche l’amore, in mezzo,e si sa, l’amore si dilunga, spesso…l’amore, che è l’unico colore della nostra esistenza, parola di Marc Chagall…

Carlo Mars

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