Will Hermes, New York 1973 – 1977, cinque anni che hanno rivoluzionato la musica

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Più che un libro una fotografia, non facilissimo da leggere neanche per un mega appassionato enciclopedico rock come me, le parti rock ovviamente mi sono familiari, quelle jazz abbastanza, quelle salsa-cubane e club-dance molto meno ma il tutto è molto interessante e ben scritto….libro solo per appassionati comunque, rende bene l’idea, e mi è piaciuta l’ultima parte che tira le somme della scena a distanza di 30 anni guardando ai gruppi nuovi
emblematica la dichiarazione di un David Byrne colto nel 2007 ancora a vedere un concerto di giovani band ” ma dove sono i miei colleghi e coetanei? perchè non vanno più a concerti? stanno in casa a drogarsi? che succede?”
Tanti begli aneddoti e qualche disco da recuperare, e una bella analisi su un periodo irripetibile in cui andavi in un locale e ti beccavi una jam Cale-Smith-Reed-Byrne come se niente fosse.

Un po’ faticoso da leggere per la scelta di seguire un ordine cronologico per cui le singole vicende si interrompono e si riprendono più volte. Forse raccontarle in maniera lineare sarebbe stato meglio. poi è pure vero che se fosse stato organizzato per capitoli tematici, quelli sulla dance o sulla salsa magari neppure li avrei letti…

Nicola Gervasini

Will Hermes, New York 1973 – 1977

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Ho iniziato a leggere questo libro il 1 gennaio, poco prima o poco dopo essermi iscritto a questo gruppo.
il mio problema, all’epoca, era riuscire a capire quando fermarmi, la sera del 1 gennaio 2015, perchè temevo di fare nottata leggendolo ed il giorno dopo lavoravo.

musica!!!
punk!!!!!!
CBGB’S!!!!!!!!!
RAMONES!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
PATTI SMITH!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
BRUCE SPRINGSTEEN!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

davvero, credevo di venire assorbito da ste pagine in tempo zero, come poteva non accadere, per un libro con cotanti argomenti?

oggi, 14 marzo 2015, l’ho finito a forza, con fatica e provando un sollievo simile ad uno stitico che si libera dopo atroci sofferenze
Argomenti, quelli sopraesposti, assolutamente affascinanti, perfino il rap e la dance comunque meritano attenzione, anzi, sapete, pure i sudamericani, ma si dai, la storia della musica è tutta interessante, se la vuoi capire davvero e vuoi distinguere tra bene e male

però niente, sto tizio scrive in un modo che mi rendeva pesantissimo andare oltre la paginetta, massimo 2, prima di spegnere la luce e soprattutto, non mi faceva venire voglia di andare avanti.
Sei lì immerso nel buio del cbgb’s, stanno suonando i talking heads, ti sembra persino di sentire il puzzo di piscio che fa cooooooooooosì punk e niente, cambio di ambientazione, si passa in un campetto da basket tipo sigla di willy il principe di bel air.

momenti di erezione assoluta, smontati regolarmente.

più che un libro, un lungo, lunghissimo coitus interruptus

6, perchè un libro che parla di certe epoche, certi locali e certi artisti non può prendere di meno.

Il Cala