Viaggio di nozze, Patrick Modiano

Come scritto qualche giorno fa, questo è il romanzo che per primo è scaturito dalla lettura dell’avviso di scomparsa di Dora Bruder. La trama è presto detta: il protagonista e io narrante si trova a Milano due giorni dopo il suicidio in albergo di una turista francese. La suicida è una donna che ha conosciuto tanti anni prima, e che ha lasciato una profonda impressione in lui. La narrazione si sdipana, da qui, raccontandoci l’incontro con quella donna e il suo compagno, la storia della coppia che si incontra a Parigi nel 1942, lui un borghese bien né, lei figlia di un medico ebreo, e lo scollamento progressivo del protagonista dalla sua vita in una banlieu parigina nebbiosa e grigia. L’intreccio risulta naturale, le atmosfere nostalgiche anche quando sono drammatiche, i frammenti di vita dei personaggi (fantasmi?) che abitano gli appunti del protagonista emanano tristezza, e il complesso “se tient” in una lettura che scivolerebbe via se, anche qui come in Dora Bruder, la resa dei tempi verbali non sembrasse poco curata o addirittura poco corretta. Manca qualcosa, ma non saprei dire cosa sia.

Maria Silvia Riccio

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