Fu il Vietnam a mettermi in ginocchio. La guerra arrivò e mi portò via i miei tre figli da sotto il naso. Li scovò nei loro letti, scosse le lenzuola e disse: Questi sono miei.
Un giorno domandai a Clarence perché volesse andarci e lui mi snocciolò due o tre argomenti sulla libertà, ma la vera ragione era che si annoiava. Brandon e Jason diedero più o meno le stesse risposte quando trovarono la cartolina tra la posta. Le sole lettere che nessuno rubasse mai dalle cassette. Il postino si portava in giro enormi sacchi pieni di dolore.
Ciao a voi, amici.
Il primo libro di cui volevo parlare quest’anno è Questo bacio vada al mondo intero di Colum McCann.
Mi è piaciuto tantissimo perché la scrittura è coinvolgente e leggera in modo incredibile, e le storie intrecciate che racconta sono una più bella dell’altra. Sullo sfondo (che poi appare in primo piano) dell’impresa di Petit che danzò su un cavo teso tra le Torri Gemelle nel 1974, alcune vite incontrano il loro destino, srotolato su quella fune fragile e incontrollabile che ben conosciamo tutti.
Molto dolore, molta vita, molta verità.
Quello che mi sono chiesta è se sarebbe possibile oggi una tale esibizione, così pericolosa, così gratuita, così autentica.
Ci sono quelli delle tute alari, quelli del Guinness, pure gli atleti delle Olimpiadi.
Io mi commuovo per ogni conquista sportiva, medica, tecnologica, civile (pure per un gatto che si fa la doccia, a dire il vero), ma non avevo mai immaginato che ci fosse qualcuno così pazzo e innamorato della vita da ricercare come obiettivo esistenziale nient’altro che un momento di estatica bellezza da regalare a tutti noi.
Il romanzo racconta molto di più, ma il fatto che Philippe Petit sia esistito davvero ha preso un po’ il sopravvento.
Super consigliato.
Miao.
Daniela Quartu