Zadie? Chicca? Vieni n’attimo qui che zia ti deve parlare…
Ecco, mettiti seduta per benino, non ti mangiare le unghie, non ti tormentare il turbante, tranquilla. Come dici? non sei tranquilla? ahhhhh, lo vedi, sei na regazzetta sveja, ce lo sai di cosa vorrei parlarti. E non cominciamo con le giustifiche, è il New Yorker che ti tormentava, dici. Và che lo chiamiamo qui anche lui, Sig. New Yorker prego, si segga anche lei.
Che zia ha capito, vi abbisognava la short story e il sobborgo di Londra e l’immigrata c’hanno il loro pubblico, se sa. EPPERO’. zia, stolta, l’ha COMPRATO sto robo qua. State a piagne? io dovrei piagne, io e la mia pusillanimità di fronte a certi argomenti. Cheppoi non sarebbe manco accio letto sul paginone del giornale. Ma avendolo comprato??? Me ne stavo lì, locca locca, confidente e SBEM, finito.
Sloggiate va, tutti e 2. Tu Zadie, senza TV, pc, cellulare, playstation fino a data da destinarsi.
Lei, Dottore, almeno ha venduto du copie in più? Smammate, entrambi.
E ringraziate che zia è fregnona e alla fine perdona tutti.
L’ambasciata di Cambogia – Zadie Smith
Lazzìa:
che se poi nun siete cojonazzi come zia lo trovate tutto qua:
http://www.newyorker.com/…/20…/02/11/the-embassy-of-cambodia