Il corpo in cui sono nata – Guadalupe Nettel

(Ed. La Nuova Frontiera, pp.192, trad. Federica Niola, 2022)

Una donna si confronta con la sua infanzia segnata da un problema alla nascita: un neo bianco sulla cornea che l’ha costretta a portare per anni un grosso cerotto sull’occhio sinistro. La bambina, immersa in un universo fatto di suoni nitidi e di immagini sbiadite, sviluppa fin da piccolissima un profondo senso di estraneità nei confronti del mondo che la circonda. Sullo sfondo, il Messico degli anni Settanta, la scuola Montessori, i figli degli esuli politici e i suoi genitori in una relazione aperta. Ma poi, con gli anni Ottanta, tutto viene spazzato via: la famiglia si disgrega, il padre sparisce e la madre vola in Francia per proseguire gli studi lasciando la giovane protagonista, e il fratello, a casa di una nonna un po’ bigotta.

Come raccontare di se stessi, esclusivamente di se stessi, e riuscire ad affascinare, ad attrarre, a far sentire il lettore vicinissimo, partecipe, come se avesse avuto le stesse esperienze. Guadalupe nasce con un occhio che lavora poco rispetto all’altro, e condiziona la sua vita, il modo sia fisico che mentale di guardare e capire gli altri. Guadalupe racconta con lucidità, sintesi e chiarezza la sua infanzia e la sua adolescenza, e noi siamo con lei, quando parla delle sue sofferenze, delle sue piccole grandi lotte quotidiane, del suo sentirsi perennemente outsider in un mondo di inquadrati e allineati e in qualche modo predestinati, quando questa bambina inventa storie per combattere la solitudine e nello stesso tempo abitarla al meglio. La vita è questa qua, mai sicuri, mai sguardo limpido e preveggente, mai un finale previsto, mai approdo sicuro in anticipo. È paura, rabbia, resistenza, conflitto con i coetanei e ribellione verso il potere precostituito dei tuoi genitori, a torto o a ragione. Un percorso che ci racconta di amicizie, di amore e odio verso padri madri e nonni, di famiglie che perdono pezzi, del sesso, dell’ingresso in società e anche dell’inizio dell’amore verso la lettura e la scrittura. Ed è un percorso accanto al tuo corpo che invecchia e cambia con te, e alla fine ci fai pace o scegli una tregua affettuosa fino al termine di questo cammino, perché alla fine anche un difetto può diventare un modo per arrivare a vedere quel che gli altri non vedono.

Musica: Somebody, Depeche Mode

Carlo Mars

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Senza Paura – Alessandro Zan #AlessandroZan #PIEMME

Alessandro Zan è diventato uno dei politici più noti di questa legislatura. È, infatti, il relatore del disegno di legge che porta il suo nome, una proposta che sta agitando come poche volte nella storia repubblicana recente, un dibattito e una partecipazione forte sia dentro che fuori il Parlamento. Questo libro è molte cose insieme: un racconto autobiografico intimo e privato in cui l’autore condivide con il lettore il suo percorso faticoso ma consapevole di militante Lgbt, dagli inizi nella piccola provincia padovana fino ai banchi della Camera dei deputati. Ma non solo: Alessandro Zan spiega le necessità di una legge che combatta l’odio, l’omotransfobia, la misoginia, l’abilismo. Denuncia l’approccio eteronormativo del diritto, il patriarcato nelle sue molteplici e inconsce forme di dominio. Infine racconta quelli che sono i sostenitori del Ddl e gli oppositori più accaniti e mascherati. Partendo, però, da un presupposto chiaro: questa è una legge a tutela di tutti. Per amare chi si vuole, senza paura. Per essere se stessi, senza nascondersi.

Credo che in pochissimi non abbiano sentito parlare del DDL Zan, una di quelle leggi che polarizzano la società italiana, come lo furono l’aborto o il divorzio. Alessandro Zan, deputato alla camera con il PD, è promotore della proposta di legge che vuole combattere la omotransfobia, in questo suo breve libro (si legge in un pomeriggio) ce ne parla appassionatamente, in maniera semplice e diretta.

È un libro anche molto personale ed intimo, Zan ci racconta il travaglio della propria adolescenza e del suo definitivo “coming out”. Zan infonde tanta speranza nelle ultime pagine del suo scritto, in definitiva appoggiare le richieste del movimento LGTB è semplicemente una questione di civiltà.

Assolutamente consigliato.

Alessandro Di Muro