Ero cattivo – Antonio Ferrara #AntonioFerrara

Un piccolo libro che si legge in un’ora.

Piccolo ma denso di emozioni e di significato, diciamo con un peso specifico alto.

È riuscito a toccare corde molto profonde forse perché, in modo molto diverso nella storia ma simile nella sostanza, sono stata una ragazzina “cattiva” e ho avuto il mio “padre Costantino”.

Ho apprezzato la storia, davvero tenera, di crescita che fa Angelo che si autodefinisce cattivo perché sempre così si è sentito chiamare.
Si nota come questo romanzo sia stato scritto da un educatore, e leggendo riusciamo a calarci in maniera realistica nella giovane mente di Angelo, confusa, arrabbiata e scossa come quella di tutti i pre-adolescenti. Ci chiederemo insieme a lui se Padre Costantino è un matto o un genio, o entrambe le cose; impareremo a voler bene anche agli altri ragazzi della comunità. E quindi, cresceremo.
Questo libro ha vinto il premio Andersen come miglior libro oltre i quindici anni, ma io lo consiglio vivamente anche agli “adulti”, anche a chi si vuole approcciare alla carriera dell’educatore

“Angelo, ragazzino cinico e violento appena uscito da una brutta storia, deve trascorrere un periodo di recupero. Padre Costantino, responsabile della comunità, ha fiducia in tutti i ragazzi, ma per crescere si deve avere un obiettivo. Angelo dovrà imparare che tutti abbiamo in mano il nostro destino, ma che questo comporta grandi responsabilità. Lui e il suo piccolo gruppo affronteranno la violenza, ma anche la poesia della vita. Dovranno superare il terrore di sentirsi soli. Ma per una volta fra gli adulti c’è qualcuno pronto ad ascoltare. Età di lettura: da 10 anni.”

San Paolo Edizioni, 2016

Paola Mallarini

Il corpo in cui sono nata – Guadalupe Nettel

(Ed. La Nuova Frontiera, pp.192, trad. Federica Niola, 2022)

Una donna si confronta con la sua infanzia segnata da un problema alla nascita: un neo bianco sulla cornea che l’ha costretta a portare per anni un grosso cerotto sull’occhio sinistro. La bambina, immersa in un universo fatto di suoni nitidi e di immagini sbiadite, sviluppa fin da piccolissima un profondo senso di estraneità nei confronti del mondo che la circonda. Sullo sfondo, il Messico degli anni Settanta, la scuola Montessori, i figli degli esuli politici e i suoi genitori in una relazione aperta. Ma poi, con gli anni Ottanta, tutto viene spazzato via: la famiglia si disgrega, il padre sparisce e la madre vola in Francia per proseguire gli studi lasciando la giovane protagonista, e il fratello, a casa di una nonna un po’ bigotta.

Come raccontare di se stessi, esclusivamente di se stessi, e riuscire ad affascinare, ad attrarre, a far sentire il lettore vicinissimo, partecipe, come se avesse avuto le stesse esperienze. Guadalupe nasce con un occhio che lavora poco rispetto all’altro, e condiziona la sua vita, il modo sia fisico che mentale di guardare e capire gli altri. Guadalupe racconta con lucidità, sintesi e chiarezza la sua infanzia e la sua adolescenza, e noi siamo con lei, quando parla delle sue sofferenze, delle sue piccole grandi lotte quotidiane, del suo sentirsi perennemente outsider in un mondo di inquadrati e allineati e in qualche modo predestinati, quando questa bambina inventa storie per combattere la solitudine e nello stesso tempo abitarla al meglio. La vita è questa qua, mai sicuri, mai sguardo limpido e preveggente, mai un finale previsto, mai approdo sicuro in anticipo. È paura, rabbia, resistenza, conflitto con i coetanei e ribellione verso il potere precostituito dei tuoi genitori, a torto o a ragione. Un percorso che ci racconta di amicizie, di amore e odio verso padri madri e nonni, di famiglie che perdono pezzi, del sesso, dell’ingresso in società e anche dell’inizio dell’amore verso la lettura e la scrittura. Ed è un percorso accanto al tuo corpo che invecchia e cambia con te, e alla fine ci fai pace o scegli una tregua affettuosa fino al termine di questo cammino, perché alla fine anche un difetto può diventare un modo per arrivare a vedere quel che gli altri non vedono.

Musica: Somebody, Depeche Mode

Carlo Mars