Mentre lei era in cucina ho abbassato un attimo la guardia e ho aperto il mio cuore e ci ho lasciato entrare un sacco di dolore che mi era rimasto accanto per gran parte della vita, ho riflettuto sul fatto che gli uomini che verranno a indagare in casa mia dopo avere ricevuto parecchie segnalazioni dai vicini troveranno un cadavere vecchio e grasso che non ha parenti e soltanto un mucchio di carte che diranno: questo è un essere umano, era un uomo con una storia.
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Bel romanzo sulla solitudine e sulla diversità, drammatico certamente ma con qualche ventata di romanticismo (nel senso più ampio del termine). Scritto in maniera un po’ atipica: è raccontato in prima persona e i dialoghi sono a volte raccontati e altre scritti in maniera “ordinaria”, anche nello stesso dialogo. Più di ogni altra cosa, questo è un libro sulla solitudine, cercata o accettata come inevitabile. È comunque molto scorrevole e mi ha fatto venire voglia di sapere in fretta quale fosse il passato, il presente e il futuro del professore in pensione Arthur Opp, il quale ha deciso di non uscire più di casa da otto anni e di mangiare sempre tutto ciò che vuole senza porsi problemi di salute, arrivando a pesare sicuramente più di 220kg. Già dall’inizio si viene intrappolati nella casa e nella routine del protagonista e, pian piano, si viene contagiati e stupiti dalla sua insolita storia e dal suo modo di rapportarsi col mondo. Un esempio di come le paure e la soggezione, che a volte si hanno nei confronti dell’altrui giudizio, possano determinare una lente discesa verso la solitudine pur avendo molto da dare e offrire in fatto di sentimenti. Linguaggio semplice ma non banale, trama scorrevole e difficile da abbandonare, risvolti accattivanti e, sempre presente, la possibilità di meditare.
(Ed. La Nuova Frontiera, trad. Tommaso Pincio, pp. 448, 2019)
Non è riuscito a conquistarmi.
Romanzo complesso, complicato, difficile da leggere per molti tratti, seppur scritto molto bene.
Il tema dovrebbe essere un resoconto delle traversie dei bambini che hanno voluto raggiungere e superare il confine con gli Stati Uniti, invece, essenzialmente, è la storia di una famiglia , le sue dinamiche interne, un viaggio che deve rigenerare, riunire, e finisce invece con il disarticolare maggiormente, un amore che finisce, ammesso fosse cominciato. I due bambini sono delineati bene, i due adulti molto meno, soprattutto il marito, quasi evanescente. E tra la componente adulta e quella infantile si avverte un distacco emotivo e mentale che fa risultare il tutto molto spesso sgradevole.
Il loro viaggio procede in parallelo a quello dei bambini messicani, fino a mescolarsi in una narrazione prettamente onirica. Idea che poteva essere suggestiva, ma per me il romanzo ha perso cuore e anima, non mi è arrivato a livello empatico e sentimentale se non per brevi tratti. Troppo archivio, troppi scatoloni, troppe mappe, troppe storie sovrapposte e alla fine ho perso di vista le persone, qui dentro. Ibrido, troppo ibrida la costruzione tra realtà e teoria, tra romanzo e saggio, documenti scritti e racconto di memoria, troppo, per tenermi incollato e appassionato.
Can You Hear Me, Major Tom? No, non ci sono riuscito, troppi disturbi.
Musica: Space Oddity, David Bowie
Carlo Mars
Una macchina avanza sulle strade americane. All’interno una coppia e i due bambini nati da precedenti relazioni. Il padre e la madre sono documentaristi, si sono conosciuti durante una mappatura degli idiomi parlati a New York, la metropoli linguisticamente più eterogenea del pianeta. Si sono lasciati alle spalle la casa in cui sono diventati una famiglia. Davanti a loro una lunga lingua d’asfalto che li spinge verso un futuro incerto. Sono diretti in Arizona: il padre vuole visitare il luogo dove l’ultima banda di guerrieri apache si è arresa all’esercito americano. La madre vuole invece vedere con i propri occhi la realtà di quella che i notiziari chiamano “emergenza migratoria”: bambini che attraversano da soli il confine. In un alternarsi di paesaggi desertici, polverose città di frontiera e soste in motel, si delinea una nuova mappa dell’America d’oggi, un territorio profondamente segnato dalla storia, dalle migrazioni e dalle conquiste. Lo stesso paesaggio che, in cima a un treno merci, attraversano anche i bambini perduti con un numero di telefono cucito sui vestiti.