Crepacuore – Selvaggia Lucarelli #SelvaggiaLucarelli #Crepacuore #Rizzoli

*Storia di una dipendenza affettiva. Rizzoli, 2021

Una storia, quella narrata da Selvaggia Lucarelli in prima persona, che mi appartiene e che, sono sicura, ha potuto riguardare anche te, lettore.

Non tutte le storie d’amore sono sane e romantiche, può capitare di trovarsi impantanati in una relazione tossica, disfunzionale, dove tutto il marcio può essere ricondotto ad una sola frase: <<Non so stare con te e nemmeno senza di te>>

Selvaggia Lucarelli ci tiene a sottolineare che il suo libro non è un’accusa verso il narcisista, bensì un manifesto della dipendenza affettiva che, come in tutti le più sentite rappresentazioni, ha il suo copione ben definito: l’idillio, l’incrinatura, il tappo dell’ammorbidente ( o meglio quell’evento che ci fa risvegliare dal torpore, anche se non del tutto), l’inferno, il fondo dell’abisso e la rinascita.

La scrittrice però parte da un’analisi che non ha niente a che vedere con l’altro, anzi si pone al centro dell’attenzione cercando di scovare le motivazioni che l’hanno portata ad avere una relazione con un manipolatore, ed è qui che batte il ferro, cercando le cause in sé stessa.

Un lavoro che ha bisogno necessariamente di essere affiancato da un terapeuta; un esperto che sappia farti capire che – : <<Amami!>> mendica lei. <<Ammirami!>> esige lui – non sia propriamente AMORE!

Giuliana Grimaldi

“Quando non eravamo insieme sentivo uno strano disordine emotivo, una specie di febbre, di sete che dovevo placare. Vivevo le mie giornate senza di lui come un intervallo, una pausa dell’esistenza. Mi spegnevo, in attesa di riaccendermi quando lo avrei rivisto. Ero appena diventata una giovane tossica, convinta, al contrario, di aver colmato quella zona irrimediabilmente cava della mia esistenza.”Così Selvaggia Lucarelli descrive gli esordi di una relazione durata ben quattro anni in cui nulla, nella sua vita, ha avuto scampo: dal lavoro agli amici, l’ossessione per una storia che non aveva alcuna possibilità di funzionare, piano piano, come un fungo infestante, ha intaccato tutto quello che la circondava. Perfino l’amore per suo figlio, che finisce trascurato tra decisioni imprudenti e un’asfissiante sindrome abbandonica: “Oggi, guardandomi indietro, faccio ancora fatica ad ammetterlo, ma la felicità di mio figlio, la sua sicurezza perfino, erano la cosa più importante solo in quei rari momenti in cui sentivo di aver messo la mia relazione al sicuro. L’unico pericolo che avvertivo come costante e incombente era quello che lui mi lasciasse per la mia evidente inadeguatezza”.

Con coraggio, senza fare sconti soprattutto a se stessa, racconta come un incontro tra un uomo che non vede nulla oltre se stesso e una donna che non vede nulla oltre lui può trasformarsi in una devastante dipendenza affettiva da cui la protagonista uscirà solo dopo aver toccato il fondo. Solo dopo aver compreso cos’era quel vuoto da colmare e perché ha coltivato la speranza distruttiva che qualcuno potesse colmarlo: “Siamo stati, insieme, una profezia feroce che per avverarsi aveva bisogno delle ferite di entrambi”.

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Lezioni di chimica – Bonnie Garmus #BonnieGarmus

La cucina è chimica e la chimica è vita. La capacità di cambiare tutto, compresi se stessi, comincia da qui. Elizabeth Zott è magnetica. Se entra in una stanza, state certi che non le staccherete gli occhi di dosso: perché è bella, e perché ha quel modo schietto di esprimere il proprio pensiero, che scende come una lama sulla superficie molle della morale comune. Siamo nel 1952, ed Elizabeth è una giovane chimica che lavora all’Hastings Research Institute in California, un ambiente ferocemente maschilista dove il suo innegabile talento viene per lo più messo a tacere, sabotato, o usato per il prestigio altrui. Malgrado le difficoltà, il coraggio di rivendicare diritti e successi non viene scalfito e spinge Elizabeth a perseverare. C’è solo un uomo che ammira la sua determinazione: è Calvin Evans, genio della chimica in odore di Nobel, con il quale nasce un sentimento puro in cui condivisione delle formule e attrazione fisica vanno di pari passo.Ma la vita, come la scienza, è soggetta a trasformazioni, e qualche anno dopo la tempra di Elizabeth, ora madre single, folgora un produttore televisivo che le affida la conduzione di Cena alle sei, un programma di cucina che nelle sue mani diventa un appuntamento quotidiano immancabile per il grande pubblico. Il suo approccio rivoluzionario ai fornelli, infarcito di digressioni scientifiche, non mira solo alla preparazione di stufati, ma anche ad aprire gli occhi all’universo femminile.

Lezioni di chimica è la storia di una donna irresistibile, che cade e si rialza più volte; è l’avventura di un’esistenza che ribalta gli schemi e costruisce un nuovo percorso, nonostante tutto. Con Elizabeth Zott si ride e si piange. È lei a dettare il ritmo, a indicarci quando andare a testa alta e quando invece è impossibile. Quello che sembra dirci, alla fine di tutto, è di non fermarci mai.

Che libro ragazzi!!!

La vita è soggetta a trasformazioni, proprio come la chimica. È la storia di una donna irresistibile, che cade e si rialza più volte; è l’avventura di un’esistenza che ribalta gli schemi e costruisce un nuovo percorso, nonostante tutto. Elizabeth Zott è una chimica geniale e preparata che si trova ad affrontare un mondo rigurgitante di maschilisti idioti e saccenti che pensano che l’unico lavoro possibile per una donna possa essere solo quello di accudire i figli, tenere pulita la casa e, occasionalmente, servire di trastullo al proprio marito a letto. Ma il coraggio di rivendicare diritti e successi non viene scalfito e spinge Elizabeth a perseverare. Viene notata un produttore televisivo che le affida la conduzione di ‘Cena alle sei’, un programma di cucina che nelle sue mani diventa un appuntamento quotidiano immancabile per il grande pubblico.

L’ho divorato, e probabilmente l’ho letto nel momento giusto, avendo fatto la scelta (a detta di molti coraggiosa) di dare le dimissioni, dopo 22 anni di lavoro in un azienda del settore chimico 😊

È impossibile non innamorarsi della protagonista, in cui specie se si è donna, ci si ritrova moltissimo e in cui io mi ci sono ritrovata, in primis per la voglia di osare e mettersi in gioco, di uscire dalla comfort zone.

Non vi dico altro, se non che è bello davvero!

Antonella Galante

di Bonnie Garmus (Autore) Anna Rusconi (Traduttore)

Rizzoli, 2022