il padovano bugaro, avvocato oggi capace di raccontare la crisi (culturale e economica) del modello nordestino, era agli esordi una delle penne più interessanti e talentuose della scuola di tondelli.
questo romanzo racconta la vita minima, grigia e in anonima ma costante discesa di un padre separato.
la passione per la fantascienza del titolo è al tempo stesso una metafora per l’ineluttabile e inspiegabile susseguirsi di certi eventi e un rifugio sicuro per sottrarsi alla realtà.
ritmi lentissimi per un esercizio di stile che oggi risulta un po’ datato, ma rappresenta comunque un quadro della desolazione metropolitana.
andrea sartorati
DESCRIZIONE
Quando il matrimonio di Mario, un padre quarantenne, va in crisi, Luca, il figlio adolescente, si allontana da casa e intraprende, tra piccole illegalitàe colpi di testa, una “carriera” di giovane turbolento e ribelle. Finché la possibilità di avvicinarsi e riconciliarsi non appare a entrambi illusoriamente a portata di mano. Un romanzo di padri e figli sull’ineluttabilità dei destini che gli adulti di oggi preparano per le generazioni a venire.
Questo libro in maniera molto semplice e chiara racconta una storia come tante, ma purtroppo storie che accadono veramente: quando una famiglia si ritrova distrutta per vari motivi, è molto facile che se ci sono presenti figli in età adolescenziale questi vadano in crisi psicologica che si tramuta in estrema ribellione, o apatia. Romanzo che si legge molto velocemente, io l’ho trovato carino nonostante l’argomento non allegro, la storia alla fine pur raccontata con sprazzi di battutine è una storia molto triste. E’ ovvio che la colpa di tutto non è solo della madre che va fuori di testa e lascia la famiglia, ma anche del padre che accetta il comportamento del figlio senza mai prendere posizione o discutere, loro non hanno mai litigato e forse proprio questa mancanza di autorità dall’unico genitore rimasto porta a diventare il ragazzo quello che è. comunque consigliato.
