Muchachas 1, 2, 3.
Katherine Pancol.
‘Vienne la nuit sonne l’heure
Le jours s’en va je demeure…
Et nos amours
Faut-il qu’il m’en souvienne
La joie venait toujours apres la peine.’
Guillaume Apollinaire, Le pont Mirabeau.
‘Venga la notte, suoni l’ora,
I giorni se ne vanno, e io rimango.
E i nostri amori
me lo devo ricordare
la gioia veniva sempre dopo il dolore. ‘
Me lo devo ricordare, dice Apollinaire. E se lo deve ricordare perché lui, come la maggior parte dei poeti, non era una persona leggera. Sulla leggerezza c’è già stato in questo gruppo un mini dibattito, e forse è un tema che necessiterebbe di un approfondimento ( eh eh ). Secondo me è un valore: la capacità di non disperare anzitempo, di capire cosa è veramente grave, di cercare il lato buono della situazione, di saper aspettare per vedere come va. Forse l’ottimismo, a cui è stata paragonata, ne è solo una parte.
Katherine Pancol e’ sicuramente una scrittrice leggera. Scrive storie in cui le donne per la maggior parte sono generose, intelligenti e capaci di risollevarsi e combattere, e per la
minor parte stupide, egoiste, arriviste, e in cui gli uomini per la maggior parte sono stupidi, egoisti, violenti, e per la minor parte generosi, intelligenti e coraggiosi.
Scrive principalmente per lettrici.
E le avventure dei suoi personaggi proseguono per ben sei libri! Due trilogie, la prima dal 2008 al 2011: Gli occhi gialli dei coccodrilli, Il valzer lento delle tartarughe, e Gli scoiattoli di Central Park sono tristi il lunedì. E poi adesso queste tre Muchachas. Io, che ho sempre sognato, quando finisco un libro che mi è piaciuto, di avere la possibilità di continuare ancora a seguire nel tempo le vite dei personaggi, negli anni li ho letti tutti. A volte non mi piace la sua scrittura, a tratti enfatica e ridondante. E tende a non caratterizzare i personaggi, assimilandoli troppo nelle varie tipologie. Però la sua capacità di raccontare argomenti pesanti in modo leggero, come se implicitamente suggerisse una potenzialità di lieto fine, ti fa sentire bene.
Claudia Venturi
‘Dovete pensare che qualcosa sta accadendo in voi, che la vita non vi ha dimenticato, che vi tiene nella sua mano, non vi lascia cadere. Perché volete voi escludere alcuna inquietudine, alcuna sofferenza, alcuna amarezza dalla vostra vita, poiché non sapete ancora che cosa tali stati stiano facendo nascere in voi?’
Rainer Maria Rilke, Lettere a un giovane poeta.
