aoh non vi sto dietro, aggiorno quando riesco, tra l’altro chiedendomi: ma chi cazzo se ne fotte di quello che leggo? mboh, almeno me lo tengo come promemoria, perchè tendo a dimenticare i fatti recenti.. comunque, sem chi aposta, no?
Ormai comprare Carlotto è un po’ come comprare Bruce. Lo si fa e stop. Il mondo non mi deve nulla sembra il fratello più giovane di “niente più niente al mondo”, ossia un romanzo che con un pretesto narrativo descrive un momento della nostra società a livello molto intimo: pochi personaggi, pochi ambienti, pochi giorni, poche pagine, poco tempo necessario per leggere il libro. Bisogna sintonizzarsi su questo genere di Carlotto e non su quello dell’alligatore (più affine alla, personalmente molto deludente, quadrilogia delle vendicatrici). Risultato per me eccellente, quello che non c’è scritto viene trasmesso bene, la storia, per quanto per qualcuno possa sembrare paradossale, scorre, rende l’idea, rende l’atmosfera, rende il messaggio. 40 minuti ben investiti. Non mi stupirei se come per il suo predecessore, ne venisse tratta una rappresentazione teatrale, le analogie stilistiche sono parecchie e in quel caso il risultato fu quello (taricordi Stefania?).
Fabio Sari