La Sicilia è sempre l’estensione di un’ora bianca che se ne sta ferma, e attende che qualcuno oltrepassi un determinato luogo, e poi arrivi vicino a una spiaggia, a una casa, per restare in silenzio, mettere da parte l’ultimo ricordo.
“Il vento contapassi” è un librettino piccino picciò e molto, molto poetico. L’ho afferrato di getto in biblioteca per il semplice, dolce motivo che l’autore è il mio ex professore di Letteratura del liceo. Anzi, no, è ancora il mio professore di Letteratura, perché di tutti quelli che ho avuto, solo lui e il mio relatore all’Università mi hanno dato qualcosa in più che nozioni. Gli sono affezionata.
Il suo stile è un po’ difficile, molto poetico e intriso di termini e immagini letterarie. A volte può essere oscuro e “troppo”, ma non è mai vuoto. A me è piaciuto farmi coccolare dal suono delle parole tutte insieme e dalle immagini strane e vive che creano. Nel libro ogni capitolo è una riflessione sulla sua Sicilia, la sua vita e i suoi affetti, e il mare, il caldo, l’aria ferma, i silenzi e i rumori si sentono tutti.
Per una lettura veloce, leggera ma non troppo.
selena magni
DESCRIZIONE
Con Mater esordisce nella narrativa dopo aver pubblicato due libri di poesia: Assenze (Nuove Edizioni 1980) e I confini del regno (Edizioni del Leone 1988).
