Italo Calvino – Le città invisibili

imagesMenotto_Ottavia

“…Ma la proprietà di questa è che chi vi arriva una sera di settembre, quando le giornate s’accorciano e le lampade multicolori s’accendono tutte insieme sulle porte delle friggitorie, e da una terrazza una voce di donna grida: uh!, gli viene da invidiare quelli che ora pensano d’aver già vissuto una sera uguale a questa e d’esser stati quella volta felici.”

Questo libro è un sogno e una favola, insieme. Ha le proprietà di certi sogni, quel che di indefinito e morbido, irreale ma tanto vero perché le città del sogno corrispondono a quelle di luoghi conosciuti eppure ignoti. Non sono quelle città, e lo sono, familiari ma trasfigurate.
E questo libro è come una favola bella, e bisognerebbe essere bambini per costruire nella propria immaginazione tutte queste città, ma vecchi per serbarne il ricordo, degli scorci, degli angoli, di un’ombra, di come cadeva la luce una certa sera in una qualche città.

Allora forse questo bellissimo libro serve anche a farci esercitare a stare sempre attenti: “cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all’inferno, non è inferno, e farlo durare, e dargli spazio.”

Lazzìa

Italo Calvino, Le città invisibili

untitled Ho iniziato questo libro un pò x caso nelle vacanze di natale. Finito questa sera non perchè non fosse bello ma perchè è un libro che volevo tenere con me il più a lungo possibile. Citta’ dai nomi di donna legate alla memoria, al cielo, agli scambi, ai segni, ai desideri,ai nomi, ai morti; citta’ sottili, nascoste,continue. Sono piccole descrizioni che quasi sempre stupiscono, spiazzano, disorientano il lettore. Ho viaggiato attraverso citta’ sconosciute ma che in realtá ho visitato mille volte perchè ognuna di esse è una citta’ che abbiamo visto, conosciuto e toccato. E poi ci sono Marco Polo e il Kublai Kan che x tutto il libro spaziano tra riflessioni e meravigliosi dialoghi. Un libro affascinante, evocativo, scritto in maniera magistrale e semplicemente geniale!

Nina Rossi