Anche mangiare stanca.
Ciò che mi ha spinto, in una domenica di maggio, a partecipare alla presentazione de “Le assaggiatrici”, ultimo libro di Rosella Postorino, è stata la curiosità rispetto all’intreccio narrativo, centrato sulle vicende di una giovane donna tedesca reclutata dalle SS per svolgere la funzione di assaggiatrice del Führer.
Ciò che invece mi ha spinto alla lettura del libro è stata la folgorazione subita nell’ascoltare l’autrice mentre raccontava di sé, delle proprie tecniche narrative e del processo creativo di quest’opera in particolare.
Dopo averla ascoltata, ammetto che avrei acquistato persino un manuale di falegnameria, purché fosse stato scritto da lei!
Lo stile della Postorino è rarefatto, asciutto, sorvegliatissimo. In sintesi, il libro è scritto in modo sublime.
Bella ed appassionante anche la vicenda della protagonista, la berlinese Rosa Sauer, rifugiatasi in campagna presso i suoceri in attesa del ritorno del marito dal fronte.
Colpa, responsabilità individuale e collettiva, desiderio e segregazione sono i temi che scandiscono questa sorta di diario intimo, tenero e rigoroso allo stesso tempo.
Gran bel libro.