Tutte le mie preghiere guardano verso ovest, Paolo Cognetti

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Tutte le mie preghiere guardano verso ovest – Paolo Cognetti
(che è poi colui di Sofia si veste sempre di nero)

forse non si è capito, ma ho trovato deliziosi questi librini qua.
mi mancherebbe solo Berlino, ma con tale città ho un rapporto complesso di amore/odio e al momento non me la sento di avventurarmi per districare questi gomitoli di lane intrecciate e mi fermo.
vi lascio con New York e mi pare un bel lasciare.

“…Il punto non è il paesaggio che hai intorno, ma il modo in cui ci vivi dentro. Le parti di mondo che osservi più spesso sono quelle in cui riesci a rifletterti, le cose che ti colpiscono sono scoperte di te. Probabilmente amo New York per questo: perchè tra le infinite città che contiene, ce n’è anche una che mi assomiglia come se l’avessi inventata io. Io preferisco la mattina presto alla sera tardi. Preferisco i margini di Brooklyn a tutti i possibili centri di Manhattan. Preferisco i marciapiedi deserti alle strade gremite, le vecchie fabbriche in mattoni rossi ai grattacieli. Non è New York a essere così sono io. Il marciapiede deserto sono io. La fabbrica in mattoni rossi sono io.”

(Signore, come hai potuto
allontanarti tanto da me?
non è buffo incontrarci dopo
una vita intera?
Ora strappami via queste carni
alla terra rendile
sbriciola le mie ossa
e nel mare spargile

E fa che dal mio corpo germogli
una fede nuovissima e stupefacente
e nell’ora del giudizio
il mio io ritrovi il suo dio).

Lazzìa

Fabio Geda, Itadakimasu Umilmente ricevo in dono

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Voi parlate di Fabio Geda, e io scopro che ha scritto un librino di consigli gastronomici sulla cucina giapponese. Giappone, e ammè me parte l’embolo perchè il Giappone in questi anni l’ho sognato alquanto.
come dice il Fabio, uno si costruisce nella mente un’immagine di un luogo, di una persona, di un cibo e poi cià terore che la realtà infici la proiezione.
io c’ho l’immagine forse classica: le anime, il Mura, l’Hayao, i sakura, l’hanami, i giardini e io amo tutto ciò assai. poi c’è l’ossimoro di cui peffortuna parla anche il libro: le balene sopra ogni cosa. (e allora le balene? dice il protagonista alla dolce Mikage).
e così sto pomeriggio me ne sono andata in giro per Tokyo, mangiando la qualunque, accompagnata dal vecchio Nakata e dal signor Otsuka e da Mikage.
Itadakimasu che vorrebbe dire Buon appetito, ma è un ringraziamento globale per lo spirito del cibo, per chi l’ha coltivato fino a farlo arrivare sulla tavola. Nina quando partiamo?
(che trallaltro è primavera e come dice il nostro amico Will Ferguson “da nessun’altra parte del mondo la primavera arriva in modo così drammatico come in Giappone”)

Fabio Geda – Itadakimasu Umilmente ricevo in dono

Lazzia