Stephen King – La torre nera – La sfera del buio

lasferadelbuio

Plin Plon! Il comandante e il suo equipaggio vi danno il benvenuto a bordo del volo TheKing PG658 con destinazione Torrenera. Il tempo previsto di volo è di circa 12 h. durante le quali verranno offerti pasti, macarons, babbà, nduja, caffè, tricchebballacche. Vi preghiamo di tenere allacciate le cinture e di spegnere tutti gli apparecchi elettronici. Buon Viaggio! Cabin Crew ready for Take-off…
E tu con nonchalance ti togli le scarpe, cerchi di rilassarti, di prendere la posizione più comoda possibile ed inizi ad armeggiare con le dotazioni. il tavolinetto, i braccioli, le cuffie. lo schermo. ahhhh che salvata lo schermo in un volo luuuuungo!! namo che se vedemio qualche bel film. che poi è come na scimmia, lo schermo in un volo lungo. inizi così, tanto per passare il tempo inutile del viaggio e nun lo molli più a meno che tu non sia uno di quelli sculati che come s’appoggiano s’addormono e ripijano conoscenza durante l’atterraggio. daje, vedemose sto film. santitola la sfera del buio, sarà de paura? ohioihoi i firm de paura. vabbuò, tanto c’è nsacco de ggente intorno, forse je la poi fà. andiamo a incominciare. e ti trovi catapultato e cammini, cammini, cammini. ogni tanto t’enterrompono con quei pranzi terrifici offerti sui voli, magni “lacosa”, poi t’appennichi e sogni fumo e nuvole rosa e mare e deserto cavalli e ciuchi e streghe e amore e amici e scarpette rosse. Somewhere over the rainbow, skies are blue…
quando ti svegli sullo schermo c’è Gary Cooper e tu, comunque vada, sai che sei al sicuro…

Lazzia

Stephen King – La torre nera – I lupi del Calla

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qualche sera fa ho visto “a proposito di Davis”, l’ultimo dei fratelli Cohen. il film narra una settimana della vita di un cantante folk veramente esistito e vissuto nel Greenwich Village poco prima che il nostro Bob diventasse ciò che è poi diventato, tale Dave Van Ronk, mai sentito nominare prima d’allora ma proprio mai e poi mai.

bene, il giorno dopo, infognata nei lupi del Calla, leggo e trovo:

“un canto dei campi, rispose. – di quelli che possono aver cantato i miei nonni e bisnonni mentre raccoglievano cotone per il loro padrone. Ma i tempi cambiano. – sorrise. – la prima volta che l’ho sentito è stato in un caffè del Greenwich Village, ancora nel 1962. E l’uomo che lo cantava era un bluesman bianco che si chiamava Dave Van Ronk. -“

aaaaaaabbè….

Lazzia