Jonathan Coe, La banda dei brocchi

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Avevo lasciato Jonathan Coe tanti anni fa dopo aver letto la famiglia Winshaw che non mi era piaciuto un gran che, l’ho ripreso con “la banda dei brocchi” e devo dire che mi è piaciuto moltissimo.
Ambientato a Birmingham alla fine degli anni ’70, periodo di lotte sindacali e profondi cambiamenti sociali, attentati dell’IRA e rivendicazioni dell’identità gallese, in sottofondo l’avvento della musica punk.
Non c’è un solo protagonista, ma un gruppo di ragazzi in gamba che frequentano un esclusivo liceo, pur non essendo di elevata estrazione sociale, perché, come si definisce il “King William”, è una meritocrazia, non un bastione del privilegio.
Le storie dei ragazzi, con le loro peculiarità, si intrecciamo con le vicende delle loro famiglie e c’è di tutto, amori, tradimenti, ideali, ingenuità, razzismo.
Il finale è magnifico, 35 pagine filate, quasi senza punteggiatura, le riflessioni di uno dei ragazzi, 35 pagine che mi hanno lasciato senza respiro.

Raffaella Giatti