Quel che resta del giorno – Kazuo Ishiguro #KazuoIshiguro #Recensione

Inizio l’anno recuperando la lettura di “Quel che resta del giorno”. Avevo visto il film diversi anni fa e ne avevo solo un vago ricordo delle atmosfere e non della trama. Ciò non toglie che non ho potuto fare a meno di immaginare Stevens e Miss Kenton come Anthony Hopkins ed Emma Thompson 😍 L’ho trovato un libro estremamente delicato e terribilmente (piacevolmente) inglese.
Stevens sembra quasi ingenuo nella sua ostinata ricerca della “dignity” che caratterizza il suo ruolo di maggiordomo, che è per lui una vocazione più che una professione; un’istituzione che incarna l’esatto carattere del popolo inglese.

“Butlers only truly exist in England… Continentals are unable to be butlers because they are as a breed incapable of the emotional restraint which only the English race is capable of. Continentals… are as a rule unable to control themselves in moments of strong emotion, and are thus unable to maintain a professional demeanour other than in the least challenging of situations”.

Ho apprezzato il succedersi dei diversi piani della narrazione, la forma impersonale che spesso sostituisce la prima persona, e il rivolgersi direttamente al lettore con la seconda, soprattutto quando Stevens ci parla dettagliatamente di questioni pratiche della sua professione (il miglior detergente per l’argento!), come se fossimo noi stessi maggiordomi. Ho riso bonariamente tante volte di Stevens per la sua incapacità si comprendere cose ovvie. Mi sono arrabbiata con lui tutte le volte che non ha permesso a miss Kenton di entrare in intimità con lui, ogni volta che ha mantenuto la sua professionale “dignity” dove sarebbe servita solo un po’ di umanità. Atteggiamenti, direi, quasi autistici, di chiusura, perché la persona non deve mai apparire sotto i panni professionali del maggiordomo. Ma alla fine come si fa a non adorare uno che parla di insetti e fiori per spiegare le “cose della vita” a un giovane gentiluomo in procinto di sposarsi? O che studia le battute alla radio per imparare a scherzare col suo nuovo padrone di casa? E questa, infine, sarà proprio la nuova missione che riempirà “quel che resta del giorno” perché in fondo “in bantering lies the key to human warmth”.

“The evening’s the best part of the day. You’ve done your day’s work. Now you can put your feet up and enjoy it”.

Arianna Pacini

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Kazuo Ishiguro -Non lasciarmi #KazuoIshiguro #EinaudiET

kazuo

Un libro EMOZIONANTE.
Comincia come un favolistico Murakami (stesse atmosfere, stessa leggerezza), ma pian piano va trasformandosi in un senso più scientifico, amaro e drammatico. Quello che all’inizio è un mondo meraviglioso e confuso diventa una realtà precisa e “utopica”, quasi perfetta… O quasi.
La storia dell’infanzia della protagonista piena di sotto-verità nascoste che si svelano con il procedere del romanzo (e con la crescita della donna). In un certo senso, mi sono sentita come quando cercavo di sciogliere l’intreccio incomprensibile di “La fine del mondo e il paese delle Meraviglie”, in cui sembrava esserci un senso ma non riuscivo ad afferrare quale fosse. Ishiguro ti ci porta piano piano, a questa verità. E fa male.
La bambina vive un incanto perfetto. Ma la donna vive una storia tormentata. E tutto a causa della piena consapevolezza della sua condizione, da parte sua e da parte del lettore.
Leggetelo senza pensarci due volte, se vi piace il genere! Tutto d’un fiato! Ho provato quella sensazione in cui… avrei voluto continuare a leggerlo, leggerlo, leggerlo tutta la notte! Ma allo stesso tempo, avevo paura di finirlo, e… e poi? Poi sarebbe finito tutto e io ci sarei rimasta attaccata, in attesa, sperando in qualche pagina in più! Quindi mi attraeva come una calamita e allo stesso tempo cercavo di respingerlo per godermelo ancora! Ecco, quanto mi è piaciuto!

martta loves

DESCRIZIONE

Non lasciarmi (Never Let Me Go) (2005) è un romanzo ucronico dello scrittore britannico di origini giapponesi Kazuo Ishiguro.

La storia è ambientata in un presente alternativo distopico ed è raccontata sotto forma di flashback dalla protagonista del libro, Kathy. Il titolo si riferisce ad una immaginaria canzone Never Let Me Go di un’altrettanto immaginaria cantante Judy Bridgewater che colpisce profondamente Kathy.

Il Time ha giudicato quest’opera come il migliore romanzo del 2005 e l’ha inserito nella lista dei cento migliori romanzi in lingua inglese pubblicati dal 1923 al 2005. Nel 2010 ne è stato tratto un omonimo film diretto da Mark Romanek.

Kathy, Tommy e Ruth vivono in un collegio, Hailsham, immerso nella campagna inglese. Non hanno genitori, ma non sono neppure orfani, e crescono insieme ai compagni, accuditi da un gruppo di tutori, che si occupano della loro educazione. Fin dalla più tenera età nasce fra i tre bambini una grande amicizia. La loro vita, voluta e programmata da un’autorità superiore nascosta, sarà accompagnata dalla musica dei sentimenti, dall’intimità più calda al distacco più violento. Una delle responsabili del collegio, che i bambini chiamano semplicemente Madame, si comporta in modo strano con i piccoli. Anche gli altri tutori hanno talvolta reazioni eccessive quando i bambini pongono domande apparentemente semplici. Cosa ne sarà di loro in futuro? Che cosa significano le parole “donatore” e “assistente”? E perché i loro disegni e le loro poesie, raccolti da Madame in un luogo misterioso, sono così importanti? Non lasciarmi è prima di tutto una grande storia d’amore. È anche un romanzo politico e visionario, dove viene messa in scena un’utopia al rovescio che non vorremmo mai vedere realizzata. È uno di quei libri che agiscono sul lettore come lenti d’ingrandimento: facendogli percepire in modo intenso la fragilità e la finitezza di qualunque vita.