Il lato oscuro dell’anima – Joe R. Lansdale
La bravura di Lansdale in questo romanzo sta nel far percepire al lettore una costante sensazione di orrore, pagina dopo pagina, in ogni capitolo, anche in quelli dove la coppia protagonista vive una serena vita familiare c’è sempre un elemento, un particolare, un segno premonitore che qualcosa di orribile sta per accadere.
Non ti molla mai, non c’è un momento in cui non ti senti seriamente preoccupato di quello che sta per arrivare. Scorrono le pagine, tra stupri e omicidi ma la sensazione che non hai ancora visto il peggio resta costante, questo grazie anche all’inserimento di elementi sovrannaturali volontariamente lasciati dall’autore in un sospeso realtà /allucinazione. E’ un libro che mostra il male come parte inevitabile, in genere estrema della vita umana, motore della vendetta di cinque ragazzi che lo incarnano in maniera totale e irrimediabile e della rabbia, dell’istinto di sopravvivenza di chi, da esso, vuole solo difendersi per lasciarselo alle spalle.
Il lato migliore di questo romanzo, che detto francamente secondo me non è dei migliori di J. R. Lansdale, restano come sempre i dialoghi, essendo la trama piuttosto banale e priva quasi del tutto di colpi di scena, per chi è avvezzo al genere. Anche se bisogna dire con altrettanta franchezza che l’idea di base di Lansdale era di raccontare un fatto che fosse molto vicino alla realtà dei fatti criminosi contemporanei.
Lansdale è il maestro dei dialoghi, probabilmente il migliore della scena thriller/pulp/horror, altri hanno altre qualità, ma i dialoghi di J. R. L sono unici.
Non adatto a cuori cuorosi ne a pancine mammine, J. R. Lansdale picchia forte, uccide e stupra dall’inizio alla fine.
Crudele, volgare, sadico, cruento. Lansdale a volte è così, prendere o lasciare.
Daniele Bartolucci