Fabio Viola, Gli intervistatori

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recuperiamo dal cesto degli introvabili (ma sarà presto ripubblicato da Baldini&Castoldi), il romanzo d’esordio di Fabio Viola.

il racconto è un interessante e grottesco intreccio di interrogatori in cui dei misteriosi inquisitori sottopongono ignari e anonimi cittadini ad un fuoco di fila di domande dal sapore vagamente kafkiano.

si arriva così all’assurdo di non riuscire a spiegare eventi banali (qualche comparsata tv, il linguaggio burocratico di un documento d’ufficio) e affermazioni scontate (“sono una persona diversa”, “per me era come un padre”) di fronte alla logica priva di contestualizzazione di chi pone le domande.

l’interessante libro cade su un finale un po’ affrettato e privo di una conclusione risolutiva; forse, viste le premesse, non era però lecito aspettarsi un colpo di coda razionale.

a volte un libro piace e basta.

altre, anche se magari non da cinque stellette, aiuta ad appassionarsi ad un autore di cui si procede subito a acquistare tutto l’acquistabile. il vostro lettore completista e compulsivo ci è cascato subito, ma ne è contento.

andrea sartorati