Passeggiate con la nonna – Laura Facetti #recensione

facetti

Libro comprato d’impulso, usato, senza sapere niente dell’autrice, se non quello che è scritto sulla quarta di copertina: una arzilla ottantenne che parla delle vacanze in montagna con sua nipote.
Montagna, vacanze, nonni e vecchie tradizioni: chi mi conosce sa che queste parole sono per me un’attrazione irresistibile! Infatti il libro l’ho comprato e divorato in una serata (non è molto lungo).

Ogni capitolo è un piccolo racconto di un’esperienza dalla quale Sophie, la nipote, impara qualcosa: l’incontro con un formicaio è lo spunto per riflettere sulla società, le gerarchie e la libertà; una valanga che distrugge parte del bosco, occasione per parlare della morte e della rinascita…
Il punto di vista è sempre quello della nonna che, tutt’al più, cerca di interpretare dagli atteggiamenti e dalle domande della bambina i suoi pensieri, che invece non vengono mai riportati dal narratore.

A me il libro è piaciuto. Però credo mi sia piaciuto più per i ricordi che ha re-suscitato delle mie vacanze in famiglia, in montagna, da bambina che per un oggettivo valore del libro.
In realtà, mi pare che sia piuttosto superficiale: le riflessioni suscitate dalle domande della bambina non vengono mai approfondite, ma vengono lasciate in sospeso alla fine di ogni capitolo. Peccato!

Ultimo appunto: sul web ho trovato alcune recensioni che lo descrivono come un libro che parla dell’affetto di questa bambina per gli animali e quindi dell’adozione di un gatto, che si ammalerà e farà una brutta fine, e del suo imparare ad amare anche i tacchini.
Ora, è vero che due delle storie contenute nel libro parlano di questo, ma personalmente mi pare riduttivo limitare a questo argomento il contenuto dell’intero volume…

Cecilia Didone

(Nel risvolto di copertina)
Passeggiate con la nonna racconta con grande nitidezza, di una nonna, indubitabilmente l’autrice, che assiste alla piccola e mirabile scoperta del mondo della nipote bambina.
Siamo in montagna, in Valtellina, in una casa isolata nei boschi durante le vacanze estive: gite, osservazioni della natura, episodi della vita di relazione tra i nonni e la nopotina con la gente del posto e quella che transita di lì.
Ogni cosa è evento, occasione di emozione, riflessione, riempimento di senso, il gioco delle carte e il brulicare di vita si svela rovesciando una pietra accanto al sentiero.
Ma il romanzo non è solo un esercizio di dilatazione delle piccole occasioni quotidiane: come è data a tutti c’è la morte , nella vita, i lutti di cui specialmente coi bambini non si parla , quel non detto che però specialmente con i bambini è sempre uno sfondo della comunicazione; e ci sono avvenimenti che trascendono la sfera privata, ma che attraversano le biografie depositando senso e memoria, la guerra di cui c’è il ricordo, l’alluvione che inonda il presente.

Nell’esperienza individuale c’è tutto ecco forse il messaggio principale di questo luminoso elogio dell’attenzione in forma di racconto.

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