L’anno dei dodici inverni – Tullio Avoledo #TullioAvoledo #dodiciinverni

“Da qualche parte quell’amore è ancora vivo, le giornate sono luminose e lunghe, nuovi i sorrisi e le parole, e in quel luogo nel tempo potrò tornare ogni volta che vorrò, con la memoria, o col cuore”.

L’anno dei dodici inverni è un romanzo di fantascienza del 2009 di Tullio Avoledo, ispirato al videogioco Fallout 3. Il romanzo è stato finalista al Premio Stresa e vincitore del Premio dei Lettori di Lucca 2010.

“In Italia da troppo tempo sembra che la letteratura di genere si sia appiattita e banalizzata nell’unico contenitore del giallo. Ammetto che ormai faccio fatica a leggerne uno. Meno male che ci sono autori eccentrici come Tullio Avoledo che percorrono indipendenti i sentieri delle proprie passioni letterarie: l’ucronia e la fantascienza, cioè, in breve, Philip Dick.” Gianni Biondillo

Non ho trovato nessun vostro commento, ma mi sembra strano che nessuno di voi abbia letto questo libro… nel caso, lo consiglio vivamente, un felicissimo innesto tra il romanzo tradizionale e una storia di fantascienza.
Avoledo riprende la tematica del viaggiatore del tempo e dei mondi della realtà parallela, dei paradossi temporali e di un futuro ucronico. Il suo racconto si dispiega quindi tra questi salti temporali (sempre piuttosto”recenti”), proponendo un protagonista piuttosto misterioso e personaggi singolari, e tutta una serie di ricche citazioni musicali e letterarie, interessanti e ben inserite nella trama e che non la rendono artificiosa, ma anzi, l’arricchiscono di spessore.
E poi tutta l’opera è incentrata sull’amato Philip K. Dick!
Lo stile è abbastanza piacevole, anche se ho avuto qualche caduta d’interesse in qualche parte che ho trovato troppo dettagliata o che secondo me era superflua; così come ho trovato troppo cervellotiche alcune spiegazioni. Nel complesso però, ho trovato il romanzo davvero ben scritto e molto interessante, che merita di esser considerato.

Un poeta arabo, tanto tempo fa, ha scritto che il cuore contiene ogni cosa. Non so se è vero. Ho imparato a non fidarmi dei poeti. Più sono bravi e più ti portano lontano dalla verità.

Silvia Loi

Descrizione

Gennaio 1982, un vecchio bussa alla porta di casa della famiglia Grandi incantandola con una storia che lo legherà indissolubilmente a loro: sta facendo uno studio sui bambini nati il giorno di Natale nella regione e vuole incontrarli una volta l’anno per seguirne la crescita. Chi è quell’uomo? E, soprattutto, come fa a sapere tante cose sul futuro? In quello stesso 1982 un ragazzo brillante e confuso intraprende la sua strada nel mondo, una strada che presto diverrà un vicolo cieco. Riuscirà a sottrarsi al suo destino? Nel 1997, due donne – la vedova Grandi e sua figlia Chiara, ormai adolescente sono in vacanza in Versilia, ma un incontro imprevisto cambierà per sempre le loro vite. In un prossimo futuro, in una Londra resa irriconoscibile da una guerra, un anziano poeta chiede udienza alla Chiesa della Divina Bomba. Dice di avere una proposta e una richiesta: vuole stringere un patto che può far rivivere, anche se in modo diverso, l’antico mito di Orfeo ed Euridice. Comincia cosi un viaggio incredibile che chiarirà ogni cosa, e dopo il quale niente sarà più lo stesso…

Il lato oscuro dell’anima – Joe R. Lansdale #JoeLansdale #recensione

Il lato oscuro dell’anima – Joe R. Lansdale

Traduttore: U. Rossi
Editore: Fanucci

La bravura di Lansdale in questo romanzo sta nel far percepire al lettore una costante sensazione di orrore, pagina dopo pagina, in ogni capitolo, anche in quelli dove la coppia protagonista vive una serena vita familiare c’è sempre un elemento, un particolare, un segno premonitore che qualcosa di orribile sta per accadere.
Non ti molla mai, non c’è un momento in cui non ti senti seriamente preoccupato di quello che sta per arrivare. Scorrono le pagine, tra stupri e omicidi ma la sensazione che non hai ancora visto il peggio resta costante, questo grazie anche all’inserimento di elementi sovrannaturali volontariamente lasciati dall’autore in un sospeso realtà /allucinazione. E’ un libro che mostra il male come parte inevitabile, in genere estrema della vita umana, motore della vendetta di cinque ragazzi che lo incarnano in maniera totale e irrimediabile e della rabbia, dell’istinto di sopravvivenza di chi, da esso, vuole solo difendersi per lasciarselo alle spalle.

Il lato migliore di questo romanzo, che detto francamente secondo me non è dei migliori di J. R. Lansdale, restano come sempre i dialoghi, essendo la trama piuttosto banale e priva quasi del tutto di colpi di scena, per chi è avvezzo al genere. Anche se bisogna dire con altrettanta franchezza che l’idea di base di Lansdale era di raccontare un fatto che fosse molto vicino alla realtà dei fatti criminosi contemporanei.
Lansdale è il maestro dei dialoghi, probabilmente il migliore della scena thriller/pulp/horror, altri hanno altre qualità, ma i dialoghi di J. R. L sono unici.
Non adatto a cuori cuorosi ne a pancine mammine, J. R. Lansdale picchia forte, uccide e stupra dall’inizio alla fine.

Crudele, volgare, sadico, cruento. Lansdale a volte è così, prendere o lasciare.

Daniele Bartolucci