Mary Barton, Elizabeth Gaskell

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Avrei voluto che il mio “Mary Barton” avesse avuto questa copertina, che è un compendio delle atmosfere che si respirano e si assaporano in questa meraviglia drammatica della mia nuova eroina letteraria inglese. Eh sì perchè, la Gaskell glie fa ‘n baffo al caro Dickens amico suo: cittadine impestate di fumo grigio investite dalla nuova rivoluzione industriale, che oltre a portare progresso, si trascina con sè una scia di povertà e disperazione. Ma di quella brutta brutta che obbliga quei dannati a vendere persino le coperte d’estate (perchè ormai non servono più!) al fine di sfamare i familiari. In tutto ciò, l’unico fiore che brilla di luce propria, è proprio la protagonista, rimasta orfana sin dalla tenera età e la cui parabola ci appassiona fino all’ultima pagina. Vicende che la condurranno a Liverpool, donandoci uno sguardo anche sull’Inghilterra mercantile di fine ‘800.
Non c’è un barlume di speranza e gli eventi non fanno che precipitare in un pozzo nero senza fine, ma la narrazione è estremamente scorrevole e in cui spesso fanno capolino commenti estemporanei della scrittrice che precisa quanto non sia abituata al dialetto degli abitanti di quelle zone, augurandosi di far loro giustizia o che si concede anticipazioni sulle quali tornerà in seguito più diffusamente.
Insomma se “Cranford” poteva apparire come un insieme di brevi racconti di impianto “corale” che concorrevano alla descrizione degli abitanti di un’intera cittadina con toni decisamente più leggeri, qui siamo in un romanzo pieno, con tanto di sfondo sociale e lotta proletaria vs datore di lavoro.

Elizabeth Gaskell, Cranford

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Il solo titolo – Cranford – ci trasporta in una cittadina vittoriana dove si intecciano le vicende degli suoi abitanti attraverso gli eventi che vedono protagoniste due sorelle, Miss Matty e Miss Deborah. Apprendiamo, attraverso la splendida prosa della Gaskell al suo secondo romanzo, pettegolezzi e rituali di una società in cui “to betray emotion before any one was a sign of weakness and want of self-control.”
E’ più un insieme di racconti cadenzati da una visita dal sarto, un tè in salotto o lo spettacolo del mago itinerante.

Ad impreziosire l’edizione della Collins classics, un glossario di parole tratte dal testo, che accanto al significato, propone citazioni tratte dalla letteratura classica anglossassone.
E allora per YEOMANRY ad es. troviamo: the yeomanry was a collective term for the middle classes involved in agriculture. E a seguire la citazione dell’aristocratica snob austeniana: “The yeomanry are precisely the order of people with whom I feel I can have nothing to do” (Emma by Jane Austen) oppure CHITS: slang word which means girls. “I hate affected niminy-piminy chits!” (Little Women by Louisa May Alcott). Uno spettacolo!

E ora, manco a dirlo, ci tuffiamo nello sceneggiato della BBC!

Owlina Fullstop
Delphi Complete Works of Elizabeth Gaskell (Illustrated) (English Edition)