L’ora dei gentiluomini – Don Winslow #DonWinslow

La corruzione, la violenza e l’omertà che si nascondono dietro l’amicizia cementata dalle onde: Don Winslow torna a raccontare la faccia oscura del surf e della California del Sud.

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L’ora dei gentiluomini arriva dopo che la Pattuglia dell’alba ha lasciato le onde di Pacific Beach che bagnano San Diego, California. E i gentiluomini son un po’ più maturi e meno agili a “surfare” sulle onde di quanto non lo siano Boone Daniels e i suoi quattro compagni di Pattuglia. L’ex-poliziotto Boone ora detective a tempo perso perchè la sua vera vocazione è il surf, separatosi dalla amatissima Sunny, diventata surfista professionista è ora legato all’affascinante Petra, avvocato di un primario studio legale a san Diego: a lei non si rifiuta un incarico che lo metterà in conflitto con gli amici e con se stesso e il proprio passato, perchè dipanando la matassa vengono fuori cadaveri, speculazioni immobiliari, neo-nazi e botte da orbi. Non dico di più se non che a me Winslow non delude mai, e questo noir che come i suoi precedenti “californiani” è degnissimo epigono dei migliori Chandler e Hammett. E se non c’è qui la forza anche di documentazione sociale che abbiamo trovato nei suoi “Il potere del cane” e “Il cartello” vi garantisco che per gli amanti del genere il divertimento è assicurato e la sua scrittura secca e cinematografica con dialoghi che reggono il confronto con Ellroy e Leonard ti fa correre alla fine delle 375 pagg. in un soffio.

Renato Graziano
Boone Daniels vive per il surf. I surfisti di San Diego sono la sua vera famiglia. Una comunità che però rischia di andare in pezzi quando uno di loro viene ucciso e Boone accetta di difendere l’unico sospetto. È rabbia vera, quella che l’ex poliziotto si ritrova ad affrontare da parte di coloro che considerava dei fratelli. In piú, via via che la sua indagine lo costringe a immergersi nelle torbide acque della società di San Diego, inquinate da avidità e corruzione, Boone capisce che in ballo non c’è soltanto un caso di omicidio. E che, per la prima volta, sarà davvero da solo ad affrontare le onde, onde sempre piú forti, pronte a spazzare via tutto ciò che conosce e ama, e la sua stessa vita.

Sei come sei – Melania G. Mazzucco #MelaniaGMazzucco #SeiComeSei

 

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«Le ha detto la verità, stamattina, appena si sono svegliati, intorpiditi dal calore, avviluppati nelle coperte del divano letto. Un giorno la porterà in Armenia. Ma non sarà oggi – e nemmeno domani. Quando saranno tornati insieme, e potrà viaggiare con lei. Non prenderanno l’aereo, andranno in macchina. Attraverseranno l’Adriatico, la Grecia e l’Asia Minore, passeranno frontiere, costeggeranno il litorale disadorno del Mar Nero, le verdi piantagioni di tè e le rugginose fabbriche abbandonate della Georgia, e scavalcheranno le montagne, e il tempo che impiegheranno a colmare la distanza che li separa da Yerevan le farà capire quanto è stata voluta, e quanto sognata, e cercata – fino in capo al mondo».

Vorrei parlarvi seriamente di Sei come sei di Melania Mazzucco.
La trama, va be’, la trovate in giro: due padri, una figlia, la morte di quello che le dà il cognome, il disastro. Eva, adolescente figlia di due padri, ha trascorso l’infanzia con due genitori di sesso maschile, che l’hanno desiderata e amata, in ciò pienamente ricambiati dalla figlia. Quando Christian muore in un incidente, il sistema giuridico italiano scatta a tenaglia e interferisce con l’equilibrio della famiglia non tradizionale, strappando Eva al genitore superstite. L’adolescente è costretta a vivere a Milano con gli zii, ma ben presto si ribella e affronta un viaggio attraverso l’Italia: destinazione Giose, che vive isolato sull’Appennino abruzzese, squattrinato, con un passato fallimentare di cantante, ormai quasi rassegnato alla perdita della figlia.
Di fronte alla determinazione di Eva, anche Giose reagisce al sistema e, pur nell’alveo delle regole istituzionali e con il vincolo di non nuocere alla figlia, la riaccompagna a Milano, ben disposto a combattere per riaverla con sé.

Al di là delle manifestazioni, della Chiesa e della legge Melania Mazzucco racconta le vite di persone costrette a superare continuamente ostacoli per ottenere quella tenera quiete propria della famiglia. Non una famiglia qualsiasi, d’accordo, ma una famiglia comunque,  dove l’amore è il motore di tutto.
Vorrei essere così sfrontata e brava da scrivere una recensione, vorrei essere così ma sono solo capace di dire che gesù ho pianto tanto – e non sono isterica ve lo giuro – ho pianto sulla metro perché in quel padre che non poteva vedere la figlia io ho visto me stessa che pure non ho figli ma forse chi lo sa.
Tutto è verità. Ciascuno liberamente risponde secondo coscienza, ideologia, sensibilità personale e formazione culturale. L’importante, forse, è che la risposta non sia condizionata dal pregiudizio.

Daniela Q.

Sul treno per Roma c’è una ragazzina. Sola e in fuga, dopo un violento litigio con i compagni di classe. Fiera e orgogliosa, Eva legge tanti libri e ha il dono di saper raccontare storie: ha appena undici anni, ma già conosce il dolore e l’abbandono. Giose è stato una meteora della musica punk-rock degli anni Ottanta, poi si è innamorato di Christian, giovane professore di latino: Eva è la loro figlia. Padre esuberante e affettuoso, ha rinunciato a cantare per starle accanto, ma la morte improvvisa di Christian ha mandato in frantumi la loro famiglia. Giose non è stato ritenuto un tutore adeguato, e si è rintanato in un casale sugli Appennini. Eva è stata affidata allo zio e si è trasferita a Milano. Non si vedono da tempo. Non hanno mai smesso di cercarsi. Con Giose, Eva risalirà l’Italia in un viaggio nel quale scoprirà molto su se stessa, sui suoi due padri, sui sentimenti che uniscono le persone al di là dei ruoli e delle leggi, e sulla storia meravigliosa cui deve la vita. Drammatico e divertente, veloce come un romanzo d’avventura, Sei come sei narra con grazia, commozione e tenerezza l’amore tra un padre e una figlia, diversi da tutti e a tutti uguali, in cui ciascuno di noi potrà riconoscersi.