Matteo Bussola – Notti in Bianco, Baci a Colazione #MatteoBussola

bussola

In cucina, ore 7.30.
-Papà.
-Dimmi, Ginevra.
-Stamattina è meglio se tu non esci.
-Dici?
-Sì, è meglio se stai a casa, che sei malato e mi accompagna a scuola la mamma.
-Ah, se la mamma è d’accordo, allora va bene.
-Così almeno la mamma si abitua.
-A cosa?
-Che tanto dovrà portarmi sempre lei, quando tu sarai morto.
-Ginevra, io veramente spero che quando sarò morto tu le scuole le avrai tutte finite e avrai pure la patente da un pezzo, eh!
-Sì, ma se anche vuoi morire prima non ti preoccupare, sai, basta che me lo dici.
-Grazie, allora in caso ti scrivo un biglietto.
-Papà!
-Cosa?
-Io non so leggere!
-Ah, giusto. E allora come facciamo?
-Se muori, lasciami un soldino di cioccolata sul cuscino.
-Va bene.
-Di quelli grandi!
-Okay. Anzi, guarda, per sicurezza facciamo che te ne lascio due.
Mi viene un attacco di tosse, dura circa venti secondi.
-Papà.
-Eh.
-Uno me lo dai subito?

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Per chi non lo conoscesse, Matteo Bussola è un disegnatore di fumetti per la Bonelli che, da qualche anno, ha iniziato ad utilizzare Facebook per raccontare episodi della sua vita quotidiana nella veste di papà di tre bimbe. Il suo modo romantico e allo stesso tempo ironico di vivere la propria papitudine ha fatto centro e ha raggiunto diverse migliaia di contatti tra cui, oltre al sottoscritto, anche qualcuno in Einaudi che gli ha proposto di raccogliere i suoi post in un libro, uscito da poche settimane.
Magari qualcuno storcerà il naso ma se cercate una lettura veloce e semplice per passare qualche oretta in serenità, non lasciatevelo sfuggire.

Massimo Arena

DESCRIZIONE

– Papà, – ha detto, – quando hai incontrato
la mamma, come hai fatto a sapere che era
la mamma?
– L’ho capito dopo circa dieci minuti.
– E da cosa?
– Quando ci siamo incontrati la prima volta,
si è sollevata i capelli dietro la nuca, sopra
la testa, e si è fatta uno chignon senza
neanche un elastico, solo annodandoli.
– E allora?
– E allora lí ho capito che lei aveva
disperatamente bisogno di un elastico.
E io dei suoi capelli.

Il respiro di tua figlia che ti dorme addosso sbavandoti la felpa. Le notti passate a lavorare e quelle a vegliare le bambine. Le domande difficili che ti costringono a cercare le parole. Le trecce venute male, le scarpe da allacciare, il solletico, i «lecconi», i baci a tutte le ore. Sono questi gli istanti di irripetibile normalità che Matteo Bussola cattura con felicità ed esattezza. Perché a volte, proprio guardando ciò che sembra scontato, troviamo inaspettatamente il senso di ogni cosa. Padre di tre figlie piccole, Matteo sa restituirne lo sguardo stupito, lo stesso con cui, da quando sono nate, anche lui prova a osservare il mondo. Dialoghi strampalati, buffe scene domestiche, riflessioni sottovoce che dopo la lettura continuano a risuonare in testa. Nell’«abitudine di restare» si scopre una libertà inattesa, nei gesti della vita di ogni giorno si scopre quanto poetica possa essere la paternità.

Giorgio Falco – La gemella H #GiorgioFalco

consigliato su tutta la linea!

Ernesto Valerio

giorgiofalco

DESCRIZIONE:

La voce de La gemella H non è solo quella di Hilde: è un crepaccio che inghiotte le parole di tutti. La storia comincia nel 1933, a Bockburg, cittadina bavarese, dove nascono le gemelle Hinner, Hilde e Helga. Il padre Hans dirige il giornale locale, e spinto dall’ambizione vive sino in fondo gli anni del Terzo Reich, qui narrati da una prospettiva del tutto inedita: la merce. I debiti per la casa, la rincorsa all’automobile lussuosa, l’appropriazione della villetta del vicino ebreo, che dà inizio a una seria di speculazioni immobiliari, prima in Germania poi in Italia. Dal bagnino della piscina di Merano alle commesse della Rinascente nel dopoguerra milanese, fino alle sonnolenti stagioni balneari della Riviera romagnola, il racconto di «due mondi che si uniscono per sempre».

La storia di tre generazioni della famiglia Hinner, che dalla Germania di Hitler arriva all’Italia dei giorni nostri. A parlare è Hilde, testimone della sua stessa esistenza, ribelle inerte nel mondo progettato dal padre, dai padri. La sua voce, ora laconica ora straripante, narra ottant’anni di vicende private intimamente intrecciate al Novecento, «all’alba dei grandi magazzini», al turismo di massa, all’ossessione del corpo. Fino a innescare un cortocircuito che fa esplodere il nostro presente, denudandolo come mai prima era stato fatto. Se I Buddenbrook ripercorreva la decadenza di una famiglia tedesca dell’Ottocento, La gemella H non può che registrare il giornaliero «assecondare il flusso di eventi travestiti da soldi» di una famiglia ossessionata dai beni e compromessa con il Male. Decisa a dimenticare, pur di salvarsi.

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«Succede nelle dittature e nelle democrazie, la quotidianità prende il sopravvento come una forma ottusa di rimozione, di difesa, e suggerisce la vita».