Il peso -Liz Moore #LizMoore

Mentre lei era in cucina ho abbassato un attimo la guardia e ho aperto il mio cuore e ci ho lasciato entrare un sacco di dolore che mi era rimasto accanto per gran parte della vita, ho riflettuto sul fatto che gli uomini che verranno a indagare in casa mia dopo avere ricevuto parecchie segnalazioni dai vicini troveranno un cadavere vecchio e grasso che non ha parenti e soltanto un mucchio di carte che diranno: questo è un essere umano, era un uomo con una storia.

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Bel romanzo sulla solitudine e sulla diversità, drammatico certamente ma con qualche ventata di romanticismo (nel senso più ampio del termine). Scritto in maniera un po’ atipica: è raccontato in prima persona e i dialoghi sono a volte raccontati e altre scritti in maniera “ordinaria”, anche nello stesso dialogo. Più di ogni altra cosa, questo è un libro sulla solitudine, cercata o accettata come inevitabile.
È comunque molto scorrevole e mi ha fatto venire voglia di sapere in fretta quale fosse il passato, il presente e il futuro del professore in pensione Arthur Opp, il quale ha deciso di non uscire più di casa da otto anni e di mangiare sempre tutto ciò che vuole senza porsi problemi di salute, arrivando a pesare sicuramente più di 220kg. Già dall’inizio si viene intrappolati nella casa e nella routine del protagonista e, pian piano, si viene contagiati e stupiti dalla sua insolita storia e dal suo modo di rapportarsi col mondo. Un esempio di come le paure e la soggezione, che a volte si hanno nei confronti dell’altrui giudizio, possano determinare una lente discesa verso la solitudine pur avendo molto da dare e offrire in fatto di sentimenti. Linguaggio semplice ma non banale, trama scorrevole e difficile da abbandonare, risvolti accattivanti e, sempre presente, la possibilità di meditare.

Massimo Arena
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