Deep Down in the vaults

 

imagesCA4XYNMTAndrea Sartorati e Lazzia, 2010

Sartorello: Riuscito (parzialmente) il trasloco dei cd stranieri da casa dei miei ai miei benny color argento, è il turno dei libri.
aiutato e stimolato dalla scoperta di anobii, interessante social network libresco che funge anche da archivio personale  (http://www.anobii.com/01e0824a5bdb912fa9/books), mi si è subito posto il dilemma della disposizione dei tomi sugli scaffali della libreria.
ché con la musica è facile, si va di ordine alfabetico e poi secondo l’anno di uscita e non ci sono grandi problemi. anche perché il genere è più o meno sempre quello (al limite puoi creare mini-sezioni per jazz o classica, nel senso che non devi più far colpo su nessuna e puoi chiudere quei dischi definitivamente in un cassetto). anzi priviero e springsteen si può addirittura dire che abbiano lavorato insieme.
trovare invece un punto di incontro fra svevo e una biografia di calcio è più dura. a me no che non si parli de l’imperdibile “la coscienza di zeman”. individuate le macro-aree tematiche (pensavo “narrativa”, “saggistica”, “musica & cinema”, “fumetti & cagate”), si aprono diverse alternative.
all’inizio mi sarebbe piaciuto fare come dicono gli intellettuali e come erano le librerie un tempo prima che diventassero supermarket, ossia raggruppando i volumi per casa editrice. bello, ma oltre a spezzare quei traditori che passano da fernandel a
guanda, anche l’effetto estetico non è il massimo. a mio avviso la libreria è bella quando è casualmente disordinata, non una sequenza militaresca di libri col dorso tutto uguale (einaudi) o dello stesso formato (tascabili feltrinelli; una marea, anche perché vi ricordate che si potevano prendere in omaggio le loro edizioni quando finivi la tessera bucherellata – che tutti noi abbiamo pensato di procurarci a casa un fabuchi come il loro, ma quelli son diventati furbi e cambiavano ogni mese la forma della pinzatrice?).
la seconda idea, che al momento è quella prevalente, è di dividere le letterature per nazione e all’interno mantenere a caso i gruppi per autore.
però anche qui classici e contemporanei potrebbe finire vicini e mi immagino già il suocero, prof di italiano in pensione, chiedermi chi è questo culicchia che sfigura accanto a calvino.
l’ordine alfabetico puro e semplice amplifica le vicinanze assurde, anche perché, sistemandoli, mi sono accorto di avere più libri di lella costa (appunto: narrativa o cagate: nella prima è forse un’intrusa, ma sempre ad  un livello più alto di patapim & patapam di antonio albanese) che di dostoevsky.
la quarta ipotesi è, in omaggio a rené ferretti, alla cazzo di cane.
e invece mi piacerebbe sapere ugualmente voi come li avete disposti. c’è anche una domanda extra, quella del raddoppio. vi piacciono i libri disposti in orizzontale? a me sì, molto.
(giuro. nel mobilificio dove ho comprato la parete attrezzata, diversi
clienti hanno chiesto al titolare se potevano avere anche i sagomati di
polistirolo con i finti libri per riempire i buchi. giuro)

LAzzia: once upon a time mio caro amico, io ci avevo la libreria ordinata per nazionalità. tutti i russi, i franciosi, i sudamericans, i nordamerican, l’anglesi e così via. il che io trovavo grandemente rassicurante e anche pratico (sempre che io mi arcordi di quale nazionalità è quell’autore che vado cercando in quel determinato momento).
senonchè accaddde che i tomi aumentarono alla enne potenza, le librerie di conseguenza puranche. sicchè a un certo punto della storia ho perso di vista l’obiettivo (cosa che pensano senza meno pure i miei datori di lavoro).
perciò ora ho lasciato alla mercè della insostituibile eleonora (familiarmente chiamata la meri poppins de noantri) l’ordinamento delle librerie. ne consegue che adesso i libri sò ordinati per casa editrice. tranne l’ultimi che ammappazzo in una sezione creata appositamente (ndr alla caspio di elefante).
tutto ciò per segnalare alla tua attenzione che se non c’hai ordine poi vieni sopraffatto. io di alcuni libri ho doppioni e financo triploni.