Arthur C. Clarke, Le fontane del Paradiso

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Un gigante della fantascienza’ è definito Arthur C. Clarke, il profeta dell’Odissea 2001, nell’autorevole e severo Who’s Who in Science Fiction di Brian Ash.” Così scrivevano, nel 1979, gli allora vati della sf in Italia, Carlo Fruttero e Franco Lucentini, presentando la prima edizione di questo celebre romanzo. E poco importa se il critico citato non era, in realtà, né severo né tantomeno autorevole: prendiamolo come un gesto munifico dei Nostri verso tutto quanto è british, per un impeto d’entusiasmo nato dalla lettura delle Fontane del Paradiso . Che non è solo un libro ricercatissimo, e qui proposto per la prima volta dopo trentaquattro anni, ma è la realistica, insuperata storia del prometeico elevatore spaziale.”

E’ veramente necessario commentare il libro di uno dei maestri della fantascienza? Si, anche perché 2001: Odissea nello spazio non mi era piaciuto per nulla.
Le fontane del paradiso unisce in una vicenda futuribile (ma non in un trip spaziale!) il quinto al ventiduesimo secolo e regala uno Sri Lanka rimaneggiato ad hoc per offrire al lettore un gradevole viaggio fra storia e ingegneria. ****

Diegoliano Zietti

Gianluca Morozzi, Despero

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“Una band musicale, i Despero, e il chitarrista Kabra, che è anche il peggior chitarrista del mondo. Ma in una sola sera, una sera di giugno, Kabra compone la sua prima vera canzone, arrivata quasi dal nulla, e si innamora disperatamente della bella e spigolosa Sarah. Che si innamora a sua volta di Zanna, il bellissimo e carismatico bassista dei Despero, nonché migliore amico di Kabra. La vita del chitarrista è cambiata improvvisamente: è l’inizio di una vicenda che si dipana per dodici anni, dal 1988 al 2000, anni di rock scalcinato e amore platonico, con i Despero a calcare palchi improbabili e ad azzuffarsi con la band rivale degli Zeronero, e il tenero Kabra a scrivere lettere mai spedite per Sarah, eterna amica che a un certo punto entrerà anche a far parte dei Despero. E poi, dieci anni dopo, l’imprevisto: una ballata melensa composta da Kabra quasi per scherzo diventerà il grande successo del gruppo, trascinando il chitarrista a una notorietà inattesa e non del tutto desiderata, e portando a un delirio di onnipotenza il tormentato Zanna. Il gruppo si spacca, Sarah finisce per diventare la bassista degli odiati Zeronero, Kabra e Zanna vivono nella band da separati in casa. Tutti gli elementi, il rapporto tra Kabra e Zanna, il destino dei Despero, l’amore per Sarah, le lettere non spedite, finiranno per convergere in un ultimo, catastrofico tour in Irlanda…”

Primo libro dell’anno!
In “Despero” non c’è nulla della gioventù cannibale che avevo apprezzato in Blackout, è solo una storia di giovani, amore e (buona) musica, molto Brizzi, molto adolescenziale.
Non è un male in sé, se non fosse che la mia adolescenza è finita tre lustri fa.
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Diegoliano Zietti