Una vita come tante – Hanya Yanagihara
traduzione di Luca Briasco
“Essere amico di Jude significava spesso non porsi le domande che ci si sarebbe dovuti porre, per paura delle risposte”.
Va bene, lo ammetto: non me l’aspettavo.
Un libro che avevo preso in mano cento volte in libreria, senza mai decidermi ad acquistarlo. Incuriosita, bloccata dalla mole di pagine (non riesco ad usare l’ebook per problemi agli occhi e un mattone come questo che ti cade sulla faccia quando ti addormenti leggendo a letto non è una piacevole prospettiva!).
Me lo sono portato a casa dopo aver letto qui nel gruppo alcune recensioni.
Mi aspettavo la storia di quattro amici con New York sullo sfondo. Più o meno era questo che mi aspettavo: una storia di amicizia diluita in mille pagine con momenti di inevitabile noia.
Ecco no, non è proprio così.
Ad occhio direi che per me questo sarà IL LIBRO del 2018.
Perché proprio non riesco ad immaginare cos’altro potrò leggere che potrà surclassare questo.
Se dicessi che si parla di amicizia, di amore, dell’uso sapiente della tenerezza e della gentilezza, della fragilità nata dalla sofferenza, dai limiti e dalla frustrazione dell’amicizia di fronte alla sconvolgente certezza di meritarsi il male che si riceve…bene, parlerei solo di una piccola parte delle componenti di questo libro.
Perché qui si parla in maniera molto esplicita e molto cruda di pedofilia e di autolesionismo e alcune pagine di questo libro ti fanno istintivamente chiudere gli occhi e pensare “Mio Dio, no”. In certi momenti la tentazione di posare il libro e non prenderlo più in mano è stata forte perché l’impatto è davvero duro. Era questo che non mi aspettavo.
Ma non sono mai riuscita a smettere di leggere. Perché uno dei (tanti) meriti dell’autrice , oltre al fatto di scrivere una maniera fluida ed accattivante,è quello di riuscire a far provare empatia nei confronti dei personaggi. Non è poco, affatto. Ti ci affezioni, impari a volergli bene e ad aspettarti il meglio per loro. A sperarlo, a girare le pagine incrociando le dita e ad augurare “Andrà bene”.
E’ un libro con un impatto molto forte, un libro per anime forti come aveva scritto Pia Drovandi nella sua recensione. E’ vero, lo è. E’ anche un libro con qualche pagina in più del necessario e con qualche cliché sparso qua e là.
Però…
Non sono ancora arrivata alla fine, mi mancano
circa 200 pagine. Le prime 800 sono state divorate.
Perché non riesco a finire? In parte perché questo punto della storia è un pochino più noioso, qualche taglio non sarebbe stato una cattiva idea.
Ma non riesco a finire soprattutto perché non voglio lasciare i personaggi, non voglio lasciare Willem e Jude, non sono sicura di voler sapere cosa succederà. Vorrei finire e vorrei che ci fossero ancora altre mille pagine.
“Immagino di aver sempre saputo come si vedesse, ma sentirglielo dire così apertamente era peggio di quanto avessi creduto. Non dimenticherò mai una sua frase: “Quando sei fatto come me, devi accontentarti di quello che arriva.”
Anna Massimino
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