Straniero in terra straniera, Robert A. Heinlein

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Straniero in terra straniera’ Robert A. Heinlein

‘Padre, ho visto lo stato terribile in cui si trova questo pianeta e ho ‘grokkato’, sebbene non in pienezza, che potevo cambiarlo’.
Michael e’ un terrestre allevato su Marte, dai Marziani, e riportato sulla terra da grande. Quindi non è più ne’ un terrestre ne’ un marziano, e’ veramente sempre straniero in terra straniera, ma dopo un periodo sulla terra e’ in grado di riconoscere di entrambi i pianeti le potenzialità e i problemi, ed essendo lui il perfetto esempio di unione delle due civilta’, come un Messia, si sente in dovere/diritto di trasmettere alle masse la capacità di essere felice tenendo solo il meglio delle due culture, nella consapevolezza che ogni essere ne ha in se’ la possibilità
‘Io sono Dio. Tu sei Dio..e anche qualunque imbecille che tolgo dalla faccia della terra e’ Dio. ..si dice che Dio noti ogni singolo passerotto che cade al suolo. Ed è vero. Ma il modo più facile per spiegare questo fenomeno nella nostra lingua e’ spiegare che Dio non può evitare di rendersi conto del passerotto, perché il passerotto e’ Dio. E quando un gatto dà la caccia a un passerotto, sono entrambi Dio, e mettono in pratica i pensieri di Dio…’Tu sei Dio’ non è un messaggio di allegria e di speranza. E’ una sfida ..una rivendicazione impavida e sfrontata della propria responsabilità personale ‘
E questo e’ un rivoluzionario messaggio che si sa che non è affatto semplice da far passare.
Io credevo di leggere un libro di fantascienza, e invece questa storia, sotto la levità del racconto, cerca di sondare, con profondità, critica e compassione , il mistero dell’individuo. 

‘Grokko’ (termine marziano) che mi è piaciuto.

Claudia Venturi

Gianni Mantini letto tantissimi anni fa, da ragazzino oltre a salgari, verne, stevenson e lamour (western da poco un tanto al chilo) lessi centinaia di Urania, questo è uno di quelli che ho riletto alcuni anni fa

Lorenzo Toschi bellissimo, letto molti anni fa lo rileggerò prima o poi. 

Gianni Mantini ora che mi rileggo, capisco perché non sono uno scrittore

Luca Bacchetti whishlistato, (termine amazonico)

Luca Pengue CAPOLAVORO!!! un libro che mi ha cambiato la vita

 

Claude Houghton, Io sono Jonathan Scrivener

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Eh, non lo so, ci devo riflettere. Mi è piaciuto sto libro? No? Ora ci penzo. Intanto posso dire che la storia è avviluppante, i personaggi intriganti, il narratore narra fluido, lo scenario affascinante e molto attuale, nonostante sia stato scritto nel 1930. Il narratore, anonimo ragazzo dipendente di una anonima società della provincia di Londra, un bel giorno legge un annuncio sul giornale, un certo Mr. Scrivener cerca un segretario, lui risponde e viene assunto, e in tal modo coglie al volo l’opportunità di cambiare la sua anonima, squallidina, tristanzuola e solinga vita. Va ad abitare a Londra, ma Mr. Scrivener è partito lasciandogli scritti i suoi compiti, arrivederci, grazie, ci vedremo quando torno. Ma passano i mesi e lui non torna. Dov’è Mr. Scrivener? Quando torna? Ma soprattutto chi è Mr. Scrivener? Ed ecci che si dipana una vicenda in cui si inseriscono tutta na serie di conoscenti del Mr., che divengono amici della voce narrante e che, chi per un motivo, chi per un altro, cercano di capire chi sia davvero Mr. Scrivener. Un po’ misterioso, un po’ criptico cosa ci vuole dire sto libro? Criticare la società, le convenzioni, la mancanza di sogni, la sovrabbondanza di sogni, la futilità della vita, il vuoto nei rapporti personali, la troppa/poca considerazione che abbiamo di noi stessi, l’egoismo, l’inutilità della ricerca di una strada perché quando la si trova poi alla fine si scopre che non c’è uscita? Ci devo riflettere. Ma anche no, vedremo.

“In teoria è facilissimo trionfare su tutte le tentazioni. Ci diciamo: se fossi ricco non farei alcuna delle stupidaggini che fanno i ricchi, e non cadrei nei loro vizi. E ci crediamo, e ci sentiamo virtuosi. Lo stesso accade per i successi mondani. Siamo convinti che, se solo toccasse a noi, sapremmo dimostrare che non ci montiamo la testa e non ci renderemmo colpevoli delle stravaganze e della vanagloria di coloro che il mondo incorona. Ne siamo assolutamente sicuri. Ci gonfiamo come pavoni al pensiero della nostra umiltà. E, in effetti, siamo stupiti che la provvidenza non ci abbia ancora sistemati, noi che siamo tanto adatti agli onori del mondo, ai posti più alti. Come può essere che l’Onnisciente non abbia notato qualcosa di tanto evidente?”

Lazzìa