Ben Lerner – Nel mondo a venire #BenLerner

Seduti a un piccolo tavolo e guardando Flatbush Avenue attraverso il nostro riflesso sul vetro, comincerò a ricordare la nostra camminata in terza persona, come se l’avessi vista dal Manhattan Bridge, ma, al momento della scrittura del libro, appoggiato contro la rete metallica pensata per impedire i suicidi, la città irrecuperabile la sto guardando in seconda persona plurale.

sellerio
Nel mondo a venire vestiamo gli stessi abiti di adesso. Parliamo le stesse parole. Sentiamo gli stessi suoni. È la prospettiva a cambiare, il punto di vista, che non è del dove, ma del quando: come il quando è divenuto luogo; come ogni frangente è divenuto spazio; come ogni anfratto di sensazione è mutato in geografia. Di minuto in minuto, così è il mondo a venire. Il contagocce non è questione di meticolosa pignoleria: si tratta di salvarsi, di salvare il proprio prima dentro a un poi che abbia a che vedere con l’ora e qui, anche se ora e qui è indecifrabile, come desiderasse fuggire più in fretta del previsto. Le cose accadono, ti accadono addosso, belle e brutte, tutte quante: ti accadono in faccia, esplodono addosso ai tuoi muri, alcuni li demoliscono, altri no. Le cose accadono e le senti e le sente chi, con o senza di te, le attraversa o ne viene attraversato. Indovinare negli angoli dei secondi la sostanza del filo che lega il senso alle cose che accadono è una cura, una delle cure possibili. Anche il silenzio funziona. Oppure la poesia. O l’indovinare nell’altro il seme delle stesse domandi cui credevi di essere il solo a non saper rispondere.
Una scrittura come whisky, lo stesso effetto del sorso quando poi scalda dall’ugola fino alla fine dello stomaco. Una scrittura senso. L’ho trovato davvero bello.

Rob Pulce Molteni

DESCRIZIONE

Un uomo di poco più di trent’anni vede la propria vita cambiare improvvisamente direzione. La sua migliore amica gli ha chiesto di aiutarla a concepire un figlio, ma senza diventare una coppia. La carriera di scrittore ha incontrato finalmente un insperato successo, e in modo altrettanto imprevisto è giunta la diagnosi di una malattia cardiaca, potenzialmente fatale. Questi eventi, questi improvvisi stravolgimenti, felici, drammatici, curiosamente esilaranti, sembrano riflettersi nel mondo che lo circonda. New York è scossa da tifoni, uragani e tempeste, come fosse una città tropicale. La crisi rende tutti ansiosi e aggressivi, niente sembra più funzionare, a livello personale, collettivo, intellettuale, sentimentale. Non è certo il momento migliore per fronteggiare lo spettro della propria mortalità, o pensare a diventare padre.

Ben Lerner, Nel mondo a venire

alla fine ci sono libri che capisci che sono scritti bene, ma di cui cerchi la grandezza tra le pagine solo perché la critica li ha descritti come capolavori.

capita spesso (almeno a me) con la nuova letteratura americana: lo sforzo di trovare una trama è esercizio vano.

qui siamo in presenza di un meta-libro: il protagonista è un autore che racconta la genesi del suo secondo romanzo, cioè proprio quello che il lettore si trova fra le mani.

ci sono alcune sottostorie interessanti, ma anche digressioni sulla critica letteraria, sul mondo editoriale, sull’ispirazione, sul rapporto realtà/finzione e sulla percezione del presente.

tutto interessante, tutto colto, tutto per cervelloni dell’intellighenzia.

tutto pure un po’ noioso.

andrea sartorati

benlerner

Un uomo di poco più di trent’anni vede la propria vita cambiare improvvisamente direzione. La sua migliore amica gli ha chiesto di aiutarla a concepire un figlio, ma senza diventare una coppia. La carriera di scrittore ha incontrato finalmente un insperato successo, e in modo altrettanto imprevisto è giunta la diagnosi di una malattia cardiaca, potenzialmente fatale. Questi eventi, questi improvvisi stravolgimenti, felici, drammatici, curiosamente esilaranti, sembrano riflettersi nel mondo che lo circonda. New York è scossa da tifoni, uragani e tempeste, come fosse una città tropicale. La crisi rende tutti ansiosi e aggressivi, niente sembra più funzionare, a livello personale, collettivo, intellettuale, sentimentale. Non è certo il momento migliore per fronteggiare lo spettro della propria mortalità, o pensare a diventare padre.
Ben Lerner è tra i più interessanti nuovi scrittori americani, accolto fin dal suo esordio con entusiasmo critico e attenzione del pubblico. Un autore «meravigliosamente divertente e intelligente, vivissimo e originale in ogni sua frase» secondo l’elogio di Jonathan Franzen. In questa storia, che continuamente oscilla tra realtà e finzione, tra emozione e ironia, sembra inseguire un’intuizione, una visione in grado di incastonare nella lingua letteraria la traccia fievole della vita contemporanea, di intravedere la scia del mondo che ci attende. È una ricerca ambiziosa, soprattutto in un’epoca in cui immaginare il futuro è diventato difficile, e questa difficoltà cambia profondamente il nostro rapporto con il presente e con il passato, con le persone che ci stanno accanto. Allora bisogna guardarsi intorno, scrutare la città, le sue strade, i suoi abitanti, con sguardo consapevole della storia e della complessità, col gusto dell’esploratore che ispirato dal poeta Walt Whitman si nutre nelle sue peregrinazioni dello spettacolo della moltitudine e della pienezza. Che può scaturire in ogni attimo o luogo, e brillare di luce inaspettata, illuminando il passato e il presente, rivelando in un istante le possibilità del futuro.