Funny girl, Nick Hornby

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Andrea Sartorati Uno gioisce perché finalmente hornby è tornato a fare un libro vero, di quelli con tante pagine.

non il solito volumetto con caratteri giganteschi che si legge in venti minuti e che serve a ricordare che le librerie forse oggi si reggono solo solo sugli acquisti compulsivi di certi boccaloni completisti.

poi leggi “funny girl” e dici che nick poteva aspettare ancora un po’ per trovare l’ispirazione giusta.

c’è londra, c’è la bbc, ci sono gli anni sessanta. ma il libro non decolla quasi mai, per quanto il nostro cerchi nel passato delle serie tv lo stesso effetto nostalgia riuscito col calcio e con i dischi.

troppo affetto verso l’autore per dire che è proprio deludente, ma già a metà pensavo al prossimo libro da leggere.

Ilaria Marchetti Ce l’ho in lista nel mio kindle non vedo l’ora.

Arianna Pacini Ce l’ho sullo scaffale che mi aspetta ma ormai non potrò leggerlo con la stessa aspettativa anche se so già che anch’io non avrò il coraggio di stroncarlo.

Fabrizio Vecchia Immagine molto bella.

Non so del libro, immagino sia lontano da Alta fedeltà e non mi fa gran voglia.

Soltanto, avrei per il “boccalone completista” un po’ meno disprezzo.

Blue Bottazzi Una teenager dal nord dell’Inghilterra, la Swinging London, l’autore di Altà Fedeltà. Gli ingredienti sembravano esserci tutti. Ma la lettura invece di essere frizzante risulta noiosa. Confezionato dall’autore già come il soggetto di un film: una commedia rosa e banale.

Lorenza Inquisition eeh no allora non ci siamo, non lo prendo

Ilaria Marchetti Hornby lo leggo comunque mi spiace

Faber Deandrade Tutto sommato anche Alta fedeltà è un bel volumetto generazionale, simpatico, ma non mi ha mai fatto gridare al capolavoro nemmeno quello.

Ilaria Marchetti Ah io ho amato il bistrattato ‘come diventare buoni’

Pier-Francesco Marton concordo con Faber. Alla fine Hornby quali grandi libri ha scritto?

Fabrizio Vecchia Io ho bisogno anche di molti libri non grandi.

Pier-Francesco Marton certamente, credo solo che nel caso specifico la sua fama non sia del tutto motivata

Faber Deandrade Basta che poi alla fine non mi si paragoni Hornby al livello di un Fante, come mi è capitato di sentire da alcuni. Parliamo di letteratura di cassetta, per quanto piacevole e indovinata.

Pier-Francesco Marton ecco, dovessi paragonarlo ad una band, il nome cadrebbe sui Coldplay.

Lorenza Inquisition Uuuuh

Claudia Venturi Alta fedeltà, Non buttiamoci giù e Come diventare buoni per me sono carini assai!

Pier-Francesco Marton no, davvero, anche loro hanno fatto un disco “carino” con un mood perfetto per certa Londra. Ascoltavi Yellow e ti vedevi passeggiare per Covent Garden alla ricerca di qualche t-shirt vintage o giacca di seconda mano. Magari un frullato macrobiotico molto politically correct. Funzionava, insomma per quegli anni lì. Hornby lo stesso: High Fidelity e Febbre a 90 rappresentarono generazioni di giovani intellettuali della middle class, sentimentalmente scostanti ed un po’ snob. Li lessi volentieri e mi divertivano. Ti ci riconosci, non c’è che dire. Poi continuia a seguirlo, ma perde la leggerezza e diventa un po’ parodia di se’ stesso.

Lorenza Inquisition Ma parlavi a me? Pensi che mi siano mai piaciuti i Coldplay?

Cmnq a me Alta fedeltà è piaciuto tanto perchè c’era Bruce, e per come parlava delle compilation. Poi mi è piaciuto molto About a boy e poi basta, mi ha perso.

Pier-Francesco Marton Si parlavo a te, ma non pensavo ti piacessero il coldplay. Ho solo sviluppato la mia affermazione

Lorenza Inquisition Ah ecco già mi sai!

Angela Del Rosso Ho letto alcuni libri di Hornby, ne condivido la passione musicale ma non quella calcistica (ho letto con interesse ma con fatica febbre a 90), ma devo dire che non mi ha mai mai fatto impazzire. Il mio preferito è “tutta un’altra musica” (che insieme ad “altà fedeltà” e-forse- a “non buttiamoci giù” è l’unico che consiglierei), perchè…mi ritrovo nella piuttosto insana passione musicale del protagonista, perchè ci trovo qualcosa della storia personale di JD Salinger e perchè ha anticipato, non volendo, la storia di Sixto Rodriguez e di “searching for Sugarman”.

Ernesto Valerio Concordo, libro moscio: senza, cioè, vette da far sorridere di nostalgia ed affetto come altri suoi libri. Resta un autore da comodino molto gradevole in determinati periodi della propria esistenza, soprattutto quando ci si guarda intorno e si ricorda con il cuore in gola il fantomatico “ridente passato”. Peccato perchè lo aspettavo ed ero contento dell’uscita, spiace dover bocciare un autore che – pur palesemente non immortale nè leggendario – si è sempre lasciato apprezzare ed amare.

Ilaria Marchetti Dissento, mi sta piacendo. Augh.