Vasilij Grossman – Vita e destino #VitaEDestino @adelphiedizioni

« Libri come Vita e destino eclissano quasi tutti i romanzi che oggi, in Occidente, vengono presi sul serio » (George Steiner)

VITA

L’avevo letto tanti, troppi anni fa, tradotto dal francese.
E ne avevo serbato nel cuore la sublime bellezza, la profondità, la complessità, la grandiosa meraviglia. Però si sa, talvolta da giovani si è più impulsivi, più entusiasti, più aperti, più leggeri, con meno bagaglio sulle spalle. E allora ho deciso di riprenderlo e capire se manteneva il suo posto tra i libri della vita (pensateci, sono tanti tanti i vostri libri della vita? I miei no, e lo dico con cognizione di causa, avendone lasciati tanti per la strada. Ma alcuni, QUELLI, no, sono sempre con me…)
Non è impresa facile e non solo per le pagine di cui è composto (823 nell’edizione vecchia, 1024 nella nuova). La storia di questo libro da qualche parte qui l’avevo già scritta ed è essa stessa un romanzo, fatto si è che, pubblicato in Italia per la prima volta nel 1982, non viene più ristampato fino al 2008, tradotto finalmente dalla lingua in cui è stato scritto. E nella versione nuova io l’ho ripreso (in ibucco eh, ambè).
Da qualche parte ho letto questa definizione che riprendo perché non potrebbe essere più azzeccata: è un libro-mondo, perché dentro ci si trova proprio tutto il mondo e tutta la vita umana. E’ un libro che finito lascia nell’anima un senso di pace, di quiete serena. E pensare che parla di guerra…Lascia un sapore buonissimo e non capisci come e quando potrai mai riassaggiare qualcosa di così perfetto.
L’azione principale si svolge tra l’agosto del ’42 e i primi mesi del ’43, durante la battaglia di Stalingrado e segue perlopiù le vicende di una famiglia, i Saposnikov. Ma è un libro corale, un affresco colossale e si muove sul fronte della battaglia ma anche nei lager nazisti, in quelli sovietici, ci parlano soldati e contadini, fisici e medici, colonnelli e massaie, personaggi che non potrò mai dimenticare. Ci sono l’Uomo e la Donna, i bambini, la paura, l’amore, ci sono descrizioni struggenti di paesaggi e luoghi, c’è la viltà e l’orrore, ma sopra ogni cosa c’è la scintilla che rende l’uomo un Uomo.
Ma non sono capace, non riesco, mi impunto e non so davvero come descrivervi la bellezza. Non posso. E allora vi dico soltanto per dare un’idea che ho messo 210 segnalibri…
E’ ancora attuale questo libro? Senza il minimo dubbio, lo è.
Perché parla a tutti noi, di un tempo che ci pare tanto lontano nel nostro tempo strano, dove “bontà” sembra diventata una parola senza contenuto ma noi la cerchiamo, per sempre, dentro e fuori di noi e quando la troviamo è come immergersi in un bagno caldo quando fuori piove e fa freddo.
Spesso sono immagini veloci in questo tempo che corre, ma noi le fermiamo e le serbiamo con cura dentro di noi. Sono le vecchiette di Lesbo che cullano un bimbo, sono i volontari nel fango di Calais, sono i ragazzi che ancora ci credono, nell’umanità, e noi li guardiamo e speriamo, speriamo.
Leggete questo libro, non fatevi spaventare dalla mole e dai nomi, leggetelo vi prego, è un capolavoro.

“Eppure quanto più si estendono le tenebre del nazismo, tanto più constato che gli uomini restano – imperterriti – uomini. Persino sul ciglio di una fossa sanguinante o sulla soglia di una camera a gas.
Ho temprato la mia fede all’inferno. È uscita dal fuoco dei forni crematori, dal cemento delle camere a gas, la mia fede. E ho visto che nella lotta contro il male non è l’uomo a essere impotente: per quanto poderoso, il male non può nulla nella sua guerra contro l’uomo. La bontà è debole, fragile: questo è il segreto della sua immortalità. Essa è invincibile. Più è sciocca, più è illogica e indifesa, tanto più è imponente. Il male non può nulla contro la bontà! Profeti, apostoli, riformatori, leader, capi delle nazioni nulla possono contro di essa.
La bontà, amore cieco e muto, è il senso dell’uomo.
La storia degli uomini non è dunque la lotta del bene che cerca di sconfiggere il male. La storia dell’uomo è la lotta del grande male che cerca di macinare il piccolo seme dell’umanità.
Ma se anche in momenti come questi l’uomo serba qualcosa di umano, il male è destinato a soccombere.”

Lazzìa

DESCRIZIONE

«Ho appena terminato un grande romanzo a cui ho lavorato per quasi dieci anni…» scriveva nel 1960 Vasilij Grossman, scrittore noto in patria sin dagli anni Trenta (e fra i primi corrispondenti di guerra a entrare, al seguito dell’Armata Rossa, nell’inferno di Treblinka). Non sapeva, Grossman, che in quel momento il manoscritto della sua immensa epopea (che aveva la dichiarata ambizione di essere il Guerra e pace del Novecento) era già all’esame del Comitato centrale. Tant’è che nel febbraio del 1961 due agenti del KGB confischeranno non solo il manoscritto, ma anche le carte carbone e le minute, e perfino i nastri della macchina per scrivere: del «grande romanzo» non deve rimanere traccia. Gli occhiuti burocrati sovietici hanno intuito subito quanto fosse temibile per il regime un libro come Vita e destino: forse più ancora del Dottor Živago. Quello che può sembrare solo un vasto, appassionante affresco storico si rivela infatti, ben presto, per ciò che è: una bruciante riflessione sul male. Del male (attraverso le vicende di un gran numero di personaggi in un modo o nell’altro collegati fra loro, e in mezzo ai quali incontriamo vittime e carnefici, eroi e traditori, idealisti e leccapiedi – fino ai due massimi protagonisti storici, Hitler e Stalin) Vasilij Grossman svela con implacabile acutezza la natura, che è menzogna e cancellazione della verità mediante la mistificazione più abietta: quella di ammantarsi di bene, un bene astratto e universale nel cui nome si compie ogni atrocità e ogni bassezza, e che induce a piegare il capo davanti alle sue sublimi esigenze.

 

Un giorno questo dolore ti sarà utile – Peter Cameron #PeterCameron

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A me ha lasciato delle forti emozioni, la storia mi ha accompagnata nei giorni a seguire tanto che ho iniziato un giallo (genere che poco mi appassiona, ma avevo bisogno di staccare) per distrarmi.
Dopo averlo letto, ho avuto le stesse sensazioni di quando lo scorso anno ho letto “Stoner” di Williams, che é stato la mia migliore lettura del 2015.
Mi consigliate altri libri del genere? Personaggi particolari, soli, con qualcosa da raccontare.

Ps: aspetto di vedere il film per capire se inserirlo nel punto della disfida “libro da cui é stato tratto un film bello”.

BELLISSIMO (5/5).

Federica Giancane

DESCRIZIONE

James ha 18 anni e vive a New York. Finita la scuola, lavoricchia nella galleria d’arte della madre, dove non entra mai nessuno: sarebbe arduo, d’altra parte, suscitare clamore intorno a opere di tendenza come le pattumiere dell’artista giapponese che vuole restare Senza Nome. Per ingannare il tempo, e nella speranza di trovare un’alternativa all’università («Ho passato tutta la vita con i miei coetanei e non mi piacciono granché»), James cerca in rete una casa nel Midwest dove coltivare in pace le sue attività preferite – la lettura e la solitudine –, ma per sua fortuna gli incauti agenti immobiliari gli riveleranno alcuni allarmanti inconvenienti della vita di provincia. Finché un giorno James entra in una chat di cuori solitari e, sotto falso nome, propone a John, il gestore della galleria che ne è un utente compulsivo, un appuntamento al buio… I puntini di sospensione sono un espediente abusato, ma in questo caso procedere oltre farebbe torto a uno dei pochi scrittori sulla scena che, come sa bene chi ha amato Quella sera dorata, chiedono solo di essere letti. Anticipare le avventure e i pensieri di James rischierebbe di mettere in ombra la singolare grazia che pervade questo libro, e da cui ci si lascia avvolgere molto prima di riconoscere, nella sua ironia inquieta e malinconica, qualcosa che pochi sanno raccontare: l’aria del tempo.