M’è piaciuto eh, peccarità. Scorrevole, piacevole, seppur non coinvolgente come gli altri titoli della stessa autrice… ops, autore, che avevano il potere di scaraventarti di peso in un altro mondo appena aperta la prima pagina.
Mi sono molto affezionata mio malgrado al protagonista (epperò come li sceglie i nomi lei, nessuno mai, eh!) e, adorando Londra, ho amato pure assai muovermi nelle sue strade e riconoscerne scorci e angolini tra le righe.
Non sono convintissima però dell’intreccio del giallo in sé. Sarà che sono abituata bene, nel genere in oggetto, però qualche considerazione in più dal cormorano mi avrebbe aiutata a cogliere le incongruenze che, almeno fino a metà, non ho minimamente notato. Perché se le notavo facevo l’investigatore privato e non la… boh, quello che faccio io.
Forse è voluto, eh, non accompagni il detective nelle sue speculazioni, non ne segui passo passo le connessioni mentali e non costruisci con lui un disegno alternativo a quello ufficiale, magari è un nuovo tipo di giallo. Ma alla fine caschi un po’ dalle nuvole, quando scopri l’assassino. Boh, ecco. Tutti i tasselli vanno a posto ma sei tu a doverti ricordare quali fossero: ah, aveva fatto così per questo motivo!, ah ecco perché aveva detto quello!, giusto, così si spiega quella cosa… Insomma, un bel recap qui e là non ci sarebbe stato male. Un po’ Fletcher ma che ci volete fare, a volte io perdo colpi!
Bellino in ogni caso, se qualcuno conosce e consiglia altri titoli dello stesso autore (inteso della stessa saga) me li pappo volentieri!
Sara De Paoli

