Dopo mesi di romanzi mediocri o poco di più ecco scoperta la perla di uno scrittore sardo, uno di quei romanzi che bevi tutto d’un fiato come una bibita ghiacciata quando hai sete: H&J di Paolo Montaldo. Sono appena ai primi capitoli ma è scritto davvero bene, è appassionante e coinvolgente. la storia, fra l’altro vera, è bellissima: l’amicizia tra un cagnolino e un bimbo autostico. Assolutamente consigliatissimo.
maria bonaria dentoni
Prefazione (di Ireneo Picciau)
Questo romanzo ci parla di autismo infantile. I manuali di psicopatologia e le storie di tutti i giorni ci raccontano che i bambini autistici mostrano un’apparente carenza di interesse e di reciprocità relazionale, una tendenza all’isolamento e alla chiusura sociale, accompagnata da una manifesta indifferenza emotiva, ma spesso anche da ipereccitabilità agli stimoli.
Uno dei segni più evidenti del disagio relazionale dei bambini affetti da autismo è dato dalla difficoltà a instaurare un contatto visivo diretto.
È un vivere con speciali limitazioni e con grandi difficoltà nella comunicazione, nella relazione con gli altri e con gli oggetti, evidenziando un notevole impaccio nell’adeguare i propri comportamenti alle attese della famiglia e del sociale.
Detto questo, tuttavia, occorre affermare con forza che ogni bambino affetto da autismo esprime questo disagio in modo del tutto personale e con gradazioni differenti dagli altri bambini, mantenendo comunque una sua spiccata e riconoscibile unicità.
Questa storia racconta la parabola esistenziale di Henry e dei suoi genitori, Paul ed Ann in un’America dai contorni sfumati, quasi decontestualizzati.
