Poi, quasi per caso, talvolta ti imbatti in un piccolo diamante che luccica e brilla. E i suoi “frammenti di luce” ti colpiscono il cuore.
L’antitesi del romanzone appena finito, dove la ridondanza dei personaggi e delle storie faceva il racconto, qui solo quattro esseri, tre umani, uno canino riescono a costruire un palazzetto glorioso, in cui ogni ornamento è al suo posto, ogni pietra ha il suo valore.
Nel 1919 in una piccola città francese viene incarcerato un contadino, …decorato nella grande guerra, reo di un crimine che ci verrà svelato solo alla fine. Un giudice lo interrogherà cercando i motivi del suo gesto. Nel frattempo là fuori, il cane del prigioniero aspetta, abbaiando incessantemente.
La grande guerra, la fatica delle trincee e delle marce, le battaglie, la fedeltà, la fratellanza.
L’autore è uno dei fondatori di Medici senza Frontiere e no, secondo me non è un caso che questo piccolo concentrato di poesia e amore sia uscito dalla sua penna.
Il collare rosso – Jean-Cristophe Rufin
