Gli accordi del cuore – Jan-Philipp Sendker #recensione

Dopo aver letto il primo romanzo di J. Philipp Sendker, “L’arte di ascoltare i battiti del cuore” (che ho amato tantissimo) non ho potuto fare a meno di acquistare e leggere questo Gli accordi del cuore, che ne è il seguito. Non è allo stesso livello del precedente, cosa che capita nella maggior parte dei casi, ma è comunque una lettura che secondo me vale la pena fare. La capacità che ha questo autore di usare le parole per descrivere i sentimenti umani non ha uguali. Amore, paura, smarrimento, solitudine, dolore, perdita, scoperta. Ancora una volta la protagonista si troverà a lasciare la sua ingessata vita a New York per volare verso la magica Birmania. Una mattina di novembre, alle soglie della Festa di Ringraziamento, improvvisamente Julia Win sente una voce dentro di se che sembra volerla mettere a confronto con se stessa, per farle capire quanto la sua vita di avvocato di successo in uno dei più importanti studi della grande mela sia in realtà una maschera che cela una profonda infelicità interiore, e una solitudine che è come un abisso. Julia ha 38 anni, è rimasta sola dopo una storia che le ha lasciato poco più di un ricordo, ha una famiglia da cui vuole restare distante …. insomma, Julia è quello che potremmo essere tutte noi. Una donna disillusa dalla vita, che si accontenta di galleggiare sopra le cose, perché è così che è sopravvissuta fino ad oggi. La paura per lei é un’ancora di salvataggio, qualcosa a cui rimanere aggrappata perché in fondo da una certa sicurezza: se non rischi mai, hai la certezza che nulla ti farà del male. Ma in Birmania ad aspettarla troverà l’affetto e la saggezza di U Ba che ancora una volta aiuterà Julia a ritrovare se stessa attraverso il racconto di una storia magica ed emozionante. Il corpo del romanzo è una grande bellezza spirituale che cattura, inebria, ti trasporta in una dimensione così differente da quelle tipiche occidentali: la filosofia buddista è estremamente radicata e si percepisce in ogni parola. Leggere questo libro è come restare avvolti in una coperta calda, dona piacere, conforto, e lascia addosso una buona dose di tenerezza e ottimismo.

Paola Castelli

Jan-Philipp Sendker, L’arte di ascoltare i battiti del cuore

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Dopo aver letto qualche opinione positiva proprio in questa pagina fb, devo dire che le aspettative non sono state tradite: certo tratta di una storia d’amore, ma non è un libro diabetico, tratta del destino, ma non è banale e come scritto in quarta di copertina “(in questa opera)…aleggia lo spirito della Birmania, della sua bellezza, dello stile di vita e della filosofia dei suoi abitanti”. Il padre di Julia sparisce senza lasciare traccia: dopo anni la madre trova in soffitta una sua lettera d’amore indirizzata ad un certa Mi Mi risalente agli anni ’40. Del passato del padre si sa ben poco e così Julia, un po’ per conoscere la storia del padre e un po’ per ritrovarlo prende e parte per Kalaw, n Birmania. Bel libro, si si.

Ivana Vignato
A Kalaw, una tranquilla città annidata tra le montagne birmane, vi è una piccola casa da tè dall’aspetto modesto, che un ricco viaggiatore occidentale non esiterebbe a giudicare miserabile. Il caldo poi è soffocante, così come gli sguardi degli avventori che scrutano ogni volto a loro poco familiare con fare indagatorio. Julia Win, giovane newyorchese appena sbarcata a Kalaw, se ne tornerebbe volentieri in America, se un compito ineludibile non la trattenesse lì, in quella piccola sala da tè birmana. Suo padre è scomparso. La polizia ha fatto le sue indagini e tratto le sue conclusioni. Tin Win, arrivato negli Stati Uniti dalla Birmania con un visto concesso per motivi di studio nel 1942, diventato cittadino americano nel 1959 e poi avvocato newyorchese di grido… un uomo sicuramente dalla doppia vita se le sue tracce si perdono nella capitale del vizio, a Bangkok. L’atroce sospetto che una simile ricostruzione della vita di suo padre potesse in qualche modo corrispondere al vero si è fatto strada nella mente e nel cuore di Julia fino al giorno in cui sua madre, riordinando la soffitta, non ha trovato una lettera di suo padre. La lettera era indirizzata a una certa Mi Mi residente a Kalaw, in Birmania, e cominciava con queste struggenti parole: “Mia amata Mi Mi, sono passati cinquemilaottocentosessantaquattro giorni da quando ho sentito battere il tuo cuore per l’ultima volta”.