L’angelo del silenzio – James Ellroy

angelo

Buona sera a tutti facciamici lettori. Questa sera vi consiglio “L’angelo del silenzio” di James Ellroy. Ellroy io l’ho sempre amato molto è duro, cattivo, violento, indulge sul pensiero criminale, accarezza le emozioni del perfido della situazione, si bea della meschina cattiveria del serial killer. Nei libri di Ellroy non esiste il buono, proprio come tra noi umani fatti di carne e non di carta, ogni personaggio ha qualcosa di torbido. La differenza la fa il senso del rimorso e la quantità di bene che riesce a penetrare nel male. L’angelo del silenzio è la storia di un serial killer raccontata in parallelo da parte dal killer stesso che, dopo la cattura si confessa scrivendo un diario per ottenere l’immortalità, dal poliziotto che lo cattura, anche lui affida i suoi pensieri alle parole scritte, e dai rapporti investigativi. Chi non ha mai letto Ellroy non può immaginare cosa sia leggere un delitto efferato raccontato dal killer stesso. C’è un livello di violenza in Ellroy che supera il punto del raccapriccio o della paura e diventa esorcismo della paura stessa. Chi di voi non penserà che io sia pazza legga questo libro e mi dica cosa ne pensa!

Agata Pagani

James Ellroy – Perfidia

perfidia

Allora: Big Jim dovrebbe licenziare il suo Editor. Almeno 200 pagine di cui si potrebbe fare a meno, errori nella consecutio della trama, e un plot così complesso da essere assolutamente irreale.
Detto questo, come non si fa ad amare questo mondo in cui tutti sono colpevoli e nessuno davvero innocente. Ma tutti profondamente umani.
Non tra i suoi migliori romanzi (non so che aspettarmi da questa nuova tetralogia di Los Angeles, visto che assomiglia un po’ troppo alla vecchia: poliziotti corrotti, pugili, donne fatali, speculatori, intercettazioni telefoniche). Ma solo Ellroy da quando sono morti marlowe e thompson sa trasformare quel mondo in letteratura. È la città degli angeli. È il dicembre del 1941. Benvenuti sotto il grande sole nero…

Luca Lanini